Rapporto sulla criminalità in Italia. Viviamo in un paese sicuro oppure no?

Rapporto sulla criminalità in Italia. Viviamo in un paese sicuro oppure no?

Ogni anno il Ministero dell’Interno pubblica il Bollettino sulla Criminalità in Italia: le ultime due pubblicazioni a riguardo sono

04.08.2009

Bilancio del contrasto alla criminalità

24.03.2009

Indagine ‘Oltre le ordinanze. I sindaci e la questione della sicurezza urbana’

Vogliamo fornire in questo articolo una visione generale sullo stato della criminalità in Italia, partendo da una considerazione fondamentale: due persone diverse possono generalmente fornire due risposte diverse alla stessa domanda.

La domanda che vogliamo porre è: Quanto è sicuro vivere in Italia?

Dato oggettivo vs. percezione

Immaginate per un momento di essere nei panni della bambina immortalata nella fotografia e nei panni dei due carabinieri alle sue spalle: che pensieri potrebbero passare nella vostra testa? La bambina rappresenta il futuro dell’Italia, la nuova generazione che avrà il compito di far progredire la società in cui vive. I suoi pensieri saranno dunque poco attinenti al dato oggettivo, vivendo ella in un mondo fatto di sogni e fantasie. I due carabinieri, al contrario, pensano alla loro situazione attuale, a come svolgere il loro difficile lavoro nel modo migliore, per la tutela di tutta la collettività. Un pensiero certamente comune a tutti risulta essere “Vivo in una società sicura?”. Questa domanda se la pongono ogni giorni i 60 milioni di cittadini italiani, in misura differente a seconda della località in cui si vive. E le risposte sono certamente differenti. Nessuno potrebbe immaginare di ricevere la stessa risposta da un cittadino di Pavia e da un cittadino di Palermo. Ciò che differenzia ancora di più la risposta non è tanto il numero effettivo di crimini entro quella specifica comunità (Pavia o Palermo), quanto la “percezione di criminalità“. Con questa espressione intendiamo riferirci a quanto il dato oggettivo della criminalità riscontrata dalle forze dell’ordine sia simile o dissimile da quanto il cittadino si senta inconsciamente sicuro di vivere la propria vita quotidiana.

La percezione di un evento non è un concetto così assurdo da formulare: un esempio molto banale può spiegarlo meglio di tanti dati o tabelle. Quante volte avrete sentito un vostro amico – oppure voi stessi – affermare “quella persona è insensibile. Io sto veramente male, eppure quella persona non riesce a capirlo“. Ciò non è altro che una differente percezione di un evento oggettivo (lo stare male) a seconda di quanto una persona sia sensibile a tale evento (provare un’emozione, ovvero essere empatico). Non importa quanto il vostro amico – oppure voi – si sforzi a dimostrare che stia male: la persona insensibile non riuscirà a provare la stessa emozione e non riuscirà quindi a fornire la risposta che ci si aspetterebbe di ricevere.

Confronto tra la criminalità in Italia e nel resto del Mondo

Il sito NationMaster segnala ogni anno le classifiche annuali relative a molti indicatori sociodemografici: tra questi, la criminalità mostra risultati spesso sorprendenti.

Le fonti utilizzate per questi dati sono ufficiali

UNICRI (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute). 2002. Correspondence on data on crime victims. March. Turin; UN International Crime Victims’ Survey; The Eighth United Nations Survey on Crime Trends and the Operations of Criminal Justice Systems (2002) (United Nations Office on Drugs and Crime, Centre for International Crime Prevention); Last updated: 01/04/03; All CIA World Factbooks 18 December 2003 to 18 December 2008; The Eighth United Nations Survey on Crime Trends and the Operations of Criminal Justice Systems (2002) (United Nations Office on Drugs and Crime, Centre for International Crime Prevention); International Centre for Prison Studies – World Prison Brief; Fifth Annual BSA and IDC Global Software Piracy Study; GECD Society at a Glance 2001, Statistical Annex Table D3

Diamo perciò un’occhiata agli indicatori italiani principali sul crimine:

Assault victims 0.2%
Believe in police efficiency 54%
Car thefts 232,564
Last executed: 1,947 –> Death penalty > Last executed 1,947
Drug offences 37,965 per 100,000 people
Kidnappings 124 kidnappings
Murders 644
Walking in dark: 65% –> Perception of safety > Walking in dark 65%
Police 322,483
Prisoners 55,670 prisoners
Per capita: 100 per 100,000 people –> Prisoners > Per capita 100 per 100,000 people
Rape victims 0.6%
Rapes 2,543
Robberies 40,006
Software piracy rate 49%
Suicide rates in ages 15-24 4.3 per 100,000 people
Suicide rates in ages 25-34 7.3 per 100,000 people
Total crime victims 24.6%
Total crimes 2,231,550

Nella prima colonna il tipo di crimine, nella seconda colonna il dato assoluto o relativo, la terza colonna la posizione dell’Italia tra i paesi sotto esame. A questo indirizzo potete consultare tutte le altre classifiche sul crimine.

Notare il dato sul numero di poliziotti per abitante: l’Italia si colloca al quarto posto nel mondo con 5,5 poliziotti ogni 1000 abitanti. Se escludiamo i primi 3 paesi (Montserrat, Mauritius e Dominica, francamente poco indicativi su larga scala), emerge che l’Italia risulta essere il paese al mondo con il più alto numero di poliziotti per 1000 abitanti. Dato questo che sorprenderà molti lettori.

La Criminalità in Italia: i dati ufficiali

(per continuare la lettura cliccare su “2”)

Sul sito del RISSC, Centro Ricerca e Studi su Sicurezza e Crimine, le cui collaborazioni contemplano Ministeri ed Istituti ufficiali italiani, compare una dettagliata rassegna stampa sulla questione “sicurezza e criminalità in Italia”.

Il 26 Gennaio 2009, il Ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha diramato questo comunicato

(dal sito del Ministero dell’Interno) «Non esiste un’emergenza sicurezza in Italia, non esiste un’emergenza criminalità organizzata, esiste un’emergenza immigrazione clandestina e per questo il Governo ha predisposto delle misure straordinarie per contrastare il traffico di esseri umani e i reati che ne derivano».  Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni, nelle conferenza stampa a Lodi, dopo aver partecipato alla riunione del Comitato provinciale ordine e sicurezza.

Secondo i dati SDI/SSD relativi al 2007/2008, l’andamento della delittuosità in Italia ha visto questi dati

2.933.146 casi nel 2007

2.694.811 casi nel 2008

Calo dell’8,1% tra il 2007 ed il 2008.

Poichè i dati assoluti in sè contano poco se non confrontati con la popolazione  totale (ed altri dati al momento non in nostro possesso) e con le altre nazioni,  possiamo paragonare quindi questi valori con i dati dell’EUROSTAT, l’Istituto di Statitistica della Comunità Europea. Il documento in formato .pdf con tutti i dati assoluti sulla criminalità in Europa mostra la seguente tabella (cliccate sull’immagine per aumentare la definizione)

Confrontiamo i dati del 2007 tra i principali paesi europei

Italia: 2.933.146 casi totali (popolazione totale 59.870.123, casi totali sull’intera popolazione 4,89%)

Spagna: 2.309.859 casi totali (popolazione totale 44.903.659, casi totali sull’intera popolazione 5,14%)

Francia: 3.589.293 casi totali (popolazione 64.999.988, casi totali sull’intera popolazione 5,52%)

Germania: 6.284.661 casi totali (popolazione 82.166.671, casi totali sull’intera popolazione 7,65%)

Regno Unito: 5.444.648 casi totali (popolazione 62.032.247, casi totali sull’intera popolazione 8,78%)

Confrontiamo ora i dati provinciali tra il 2007 ed il 2008 (cliccate sull’immagine per aumentare la definizione)

L’Andamento Semestrale della Criminalità per le principali province può essere consultato al seguente indirizzo:

» ASTI » BARI » BOLOGNA » CAGLIARI » CATANIA

» FIRENZE » GENOVA » MILANO » MODENA » NAPOLI

» PRATO » ROMA » TORINO » VENEZIA

(per continuare la lettura cliccare su “3”)

Altro dato importante è la popolazione carceraria italiana confrontata con quella degli altri paesi europei: durante il precedente Governo di centro sinistra, l’Ulivo, Rifondazione Comunista, Forza Italia ed UDC in particolare fecero passare il famoso decreto sull’Indulto, per liberare le carceri italiane. Il documento EUROSTAT mostra la seguente riepilogativa (cliccate sull’immagine per aumentare la definizione)

Prima dell’indulto in Italia vi erano 59.523 carcerati. Dopo l’indulto 39.005 (2006) per aumentare a 48.693 l’anno successivo (2007).

In Francia vi erano nel 2005 59.197 carcerati e nel 2007 60.403.

In Spagna vi erano nel 2005 60.707 carcerati e nel 2007 67.100.

In Germania vi erano nel 2005 79.519 carcerati e nel 2007 73.319.

Nel Regno Unito vi erano nel 2005 85.078 carcerati e nel 2007 88.590.

Alcune Considerazioni finali

Dai dati raccolti possiamo giungere ad alcune considerazioni finali:

1. L’Italia, confrontata con gli altri principali paesi europei, è una nazione relativamente sicura. Se confrontata con i principali paesi mondiali, è una nazione effettivamente sicura. Questo in linea con le dichiarazioni del Gennaio 2009 del Ministro dell’Interno Roberto Maroni.

2. In Italia, come mostra NationMaster, si ha una bassissima confidenza nell’efficiente operato delle forze dell’ordine, solo il 54% di confidenza, che la relaga al penultimo posto tra i paesi trattati. Negli Stati Unit, il paese al mondo con il più alto numero di crimini assoluto e per certi aspetti relativo se escludiamo paesi non significativi, la fiducia nell’efficienza delle forze dell’ordine è la più alta al mondo, l’89%. Questi due dati mostrano in modo chiaro una percezione del dato oggettivo estremamente contradditorio.

3. In Italia la popolazione carceraria prima dell’indulto era al di sotto di quella dei principali paesi europei. Se la motivazione principale dell’Ulivo, Rifondazione Comunista, Forza Italia ed UDC fosse stata quella di diminuirla, allora i dati del 2007 mostrano chiaramente che si è trattato di un errore di valutazione. Riteniamo, basandoci eslcusivamente sui dati ufficiali del Governo, del Ministero dell’Interno e dell’Eurostat che il problema della popolazione carceraria o non è significante se confrontato con la Germania, Francia ed Inghilterra, oppure necessita molto più probabilmente della costruzione di nuove e più efficienti strutture carcerarie.

4. Il Ministro Maroni, nel comunicato del Gennaio 2009, affermò che sono la criminalità organizzata e l’immigrazione clandestina il vero e principale problema della sicurezza in Italia. Questi due dati non li abbiamo trattati nel nostro breve studio, ma supponiamo per un momento che il Ministro abbia ragione e nulla al momento ci porta a pensare che non sia questo il caso: come è possibile che con il più alto numero di poliziotti per 1000 abitanti al Mondo, l’Italia non riesca a far fronte a questo problema? E’ allora molto probabile che non bisogna aumentare il numero di forze dell’ordine, già ampiamente sufficiente per una nazione effettivamente sicura per gli standard internazionali, ma al limite rendere il lavoro e le strutture delle forze dell’ordine più efficienti, migliorare la dislocazione sul territorio ed eliminare la burocrazia che rallenta il loro servizio. Quindi più una riforma logistica/strutturale o al limite finanziaria che non di aumento di personale in senso stretto, supponendo che le nostre forze dell’ordine siano sufficientemente addestrate per far fronte alle sfide della criminalità del XXI secolo.