Film viaggi nel tempo: quali sono, perché piacciono e spiegazione

Film viaggi nel tempo: quali sono, perché piacciono e spiegazione

Film viaggi nel tempo: quali sono, perché piacciono e spiegazione

Che sia al volante di una DeLorean, tramite un wormhole o un congegno avveniristico, i viaggi nel tempo hanno sempre occupato un posto speciale nella mente e nel cuore degli esseri umani.

Letteratura, cinema, televisione, questi i media principali adoperati per riflettere su di un tema antico, peculiare per la sua capacità di accogliere con un unico grande abbraccio discorsi etici e scientifici. Scopriamo insieme i contorni di una materia la cui età dell’oro, a differenza della mitica ma sfortunata automobile di Ritorno al futuro, non conosce limiti.

Perché piacciono i viaggi nel tempo

Per viaggio nel tempo si intende uno spostamento tra diverse epoche o momenti temporali che può essere svolto sia nel passato che nel futuro. Da questa semplice premessa scaturiscono una serie di ragionamenti, ipotesi, processi mentali e fantasie che abbracciano sia l’arte che la scienza. È interessante notare come queste due branche del sapere, apparentemente così lontane, siano in questo caso molto vicine, unite da un sogno comune, strette nel desiderio di superare qualsiasi limite, di approdare ad una conoscenza totale del mondo. É poi il destino, intrecciato al tema della morte e del libero arbitrio, a rendere così affascinante l’idea di muoversi tra le pieghe del tempo che, non ce ne voglia Protagora, appare sempre di più misura di tutte le cose.

Prendendo in esame il pensiero di Kant, l’uomo spera nella sua vita l’esistenza di un qualcosa di infinito e non limitato e, nonostante sia consapevole della propria mortalità, compie continuamente uno sforzo teso a raggiungere quell’obiettivo tanto irraggiungibile quanto desiderato. Lo sanno bene le religioni, prodotto non a caso dell’uomo, in grado (ovviamente per chi ci crede) di fornire la speranza dell’eternità. Attraverso la manipolazione del tempo, il tornare indietro o fare un balzo in avanti, l’individuo ha la sensazione di sconfiggere la morte o quantomeno raggirarla, ritardando all’infinito il tragico evento che quindi di fatto non si verifica. Non è però solo la fuga dalla non esistenza ciò che rende tanto interessanti i viaggi nel tempo ma il libero arbitrio, la sorte, la possibilità di sperimentare tutte le vite possibili (lungometraggi magistrali in tal senso sono Destino cieco di Krzysztof Kieślowski e Mr. Nobody, pellicola diretta da Jaco Van Dormael e interpretata da un eccezionale Jared Leto) a fornire la linfa vitale ad un genere che, abbeverandosi alla sorgente di tutti i desideri, sembra destinato all’eternità.

Tipologie di viaggi nel tempo: dalla teoria di Hawking al multiverso

Dopo aver indagato sulle motivazioni alla base della fortuna dei viaggi nel tempo, è necessario inoltrarsi nelle dinamiche interne a queste particolari perlustrazioni cronologiche, sempre gravide di conseguenze non solo in campo etico e scientifico ma anche artistico. Essi infatti hanno il grande pregio di creare una corrispondenza d’amorosi sensi tra il mondo dell’intrattenimento e quello della ricerca, in un connubio talvolta sbilanciato da un lato, talvolta dall’altro, ma che approda, almeno il più delle volte, ad una coerenza di fondo che non è da ricercare nelle esattezza dei dati (è ancora acceso il dibattito tra matematici e fisici su queste tematiche) bensì nella volontà dell’uomo di scoprire, plasmare e conoscere la realtà circostante.

Semplificando allo stremo, tre sono i possibili viaggi nel tempo: quelli in cui il viaggio non cambia nulla, ipotesi supportata da Stephen Hawking, tutto è già previsto come in una ciclo unico. Ci sono poi quelli in cui lo spostamento stravolge il destino degli individui, procedimento che però approda ad alcuni paradossi (famosi sono quelli del nonno, di conoscenza, di predestinazione e infattibilità) e genera un ciclo contraddittorio. Il terzo scenario è il multiverso in cui il tempo è una linea fusa, unica, che gradualmente si separa in più linee temporali, rappresentazione di tutti i mondi possibili. In sostanza, secondo questa teoria, durante il Big bang esisteva una sola linea temporale che poi si è differenziata. Questi affascinanti studi inoltre pongono questioni etiche di grande rilevanza (è giusto viaggiare nel tempo? Si può punire qualcuno per un crimine ancora non commesso? Abbiamo il diritto di intervenire? Che senso ha viaggiare nel tempo se nella teoria del multiverso ogni linea esplica una possibilità?), quesiti a cui la filosofia, la letteratura, la scienza e il cinema hanno tentato di dare una risposta. Ne parla approfonditamente Isaac Asimov nel suo capolavoro La fine dell’eternità, romanzo di fantascienza incentrato sul tema del viaggi nel tempo e del rischio di fare del male credendo di operare per il bene. Riflettono su argomenti simili, seppur in modi e declinazioni diverse, anche opere cinematografiche come Gattaca, Minority Report, Predestination e Neon Genesis Evangelion.

Il cinema e i viaggi nel tempo: da Ritorno al futuro e Butterfly Effect a Final Destination

Come già detto in apertura di articolo, i viaggi nel tempo sono humus per il piccolo e grande schermo e la teoria del multiverso è stata esplorata in numerose pellicole tra le quali ricordiamo: The One, Donnie Darko, The Chronicles of Riddick, Star Trek, Tre passi nel delirio, Strade perdute, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, Coerenza- Oltre lo spazio tempo e Sliding Doors. Impossibile poi non riflettere sulla trilogia di Ritorno al futuro, il capolavoro diretto da Robert Zemeckis e dotato di una coerenza interna che ha affascinato intere generazioni di appassionati e riassumibile in “Se torni nel passato e cambi un dettaglio, cambi il futuro”. Tale regola non solo rende la trama lineare ma veicola anche un messaggio: il tempo più importante da vivere è quello presente, il futuro si scrive giorno dopo giorno. Il cult con protagonista Michael J. Fox non è però l’unica opera a seguire questo tipo di ragionamento che infatti ritroviamo in Timecop- Indagine dal futuro, The Jacket, Frequency – Il futuro è in ascolto e Looper – In fuga dal passato.

Se The Butterfly Effect per certi aspetti può essere considerato la sintesi della teoria sopracitata (anche un minimo dettaglio può cambiare tutto), The time machine di Simon Wells, a sua volta remake de L’uomo che visse nel futuro di George Pal, si pone sul fronte opposto. In questo lungometraggio infatti, nonostante gli sforzi del protagonista, il passato non si può cambiare. In tal senso è da considerare anche la saga di Final Destination, serie di pellicole horror senza particolari pretese filosofiche, che dimostra come la sorte sia ineluttabile.

La spiegazione di Terminator, Donnie Darko e L’esercito delle dodici scimmie

Oltre alla saga di Star Trek, a segnare un passaggio importante nella storia delle perlustrazioni cronologiche cinematografiche è stato Terminator, film diretto da James Cameron, in cui l’intelligenza artificiale Skynet, volendo cambiare il futuro, invia nel passato un robot per assassinare Sarah Connor, madre di John, l’uomo a capo del resistenza degli umani contro le macchine. Uno degli elementi più affascinanti della pellicola è il fatto che il viaggio del Terminator sia la causa stessa della sconfitta delle macchine, dimostrazione quindi dell’impossibilità di cambiare il futuro. Non lontana da questa posizione è L’esercito delle 12 scimmie, lungometraggio di Terry Gillam, in cui il protagonista giunge alla conclusione che solo una parte del futuro è modificabile.

Complicato è poi fare chiarezza su Donnie Darko di Richard Kelly, cult movie in cui il protagonista della pellicola, grazie ad un cunicolo spazio temporale che lo catapulta in un universo tangente al suo, vive dei giorni in più rispetto alla data iniziale della sua morte. Se quest’opera risulta spesso di difficile comprensione, seguire Primer di Shane Carruth potrebbe risultare un’impresa ardua. Nel lungometraggio infatti la macchina del tempo ha delle regole molto particolari: il tempo che passi al suo interno equivale a quello in cui tornerai indietro. Un cenno meritano poi Questione di tempo di Richard Curtis, Un amore all’improvviso di Robert Schwentke e Interstellar e Tenet, due pellicole di Christopher Nolan molto diverse ma che hanno al centro della narrazione il tempo e la sua manipolazione.

Da Predestination a Ricomincio da capo

Predestination può essere considerata l’opera che riassume al meglio il concetto di immutabilità del futuro e in cui la morale, se così si può chiamare, è sempre la stessa: bisogna vivere appieno il presente. In alcuni casi poi, come Avengers: End game e X- Men giorni di un futuro passato, il viaggio nel tempo è per lo più un espediente funzionale, in altri (L’armata delle tenebre, Non ci resta che piangere, I visitatori) un modo per vivere un’epoca affascinante o semplicemente per riscrivere il futuro(Harry Potter e il prigioniero di Azkaban).

Oltre agli apprezzabili Project Almanac – Benvenuti a ieri, Timecrimes, Stasis – Un nuovo futuro, esistono alcune opere strutturate sul concetto di loop temporale, ossia la ripetizione, apparentemente all’infinito, di una determinata porzione di tempo. Tra i più famosi ci sono sicuramente Ricomincio da capo di Harold Ramis, Lola corre, Source Code, Il tunnel sotto il mondo, Triangle, Before I Fall, Le morti di Ian Stone, Auguri per la tua morte e i divertenti È già ieri, Io vengo ogni giorno, Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani e 50 volte il primo bacio.

I più famosi film sui viaggi nel tempo

Di seguito un nutrito elenco di lungometraggi sui viaggi nel tempo:

Prosegue la lista dei film sui viaggi nel tempo:

Sono ascrivibili al genere fantascientifico dei film sui viaggi nel tempo:

Gli appassionati dei film sui viaggi nel tempo ameranno sicuramente:

Concludiamo l’elenco dei film sui viaggi nel tempo con:

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