Sondaggi politici SWG, chi sono i più aperturisti in Italia oggi

sondaggi

Sondaggi politici SWG, chi sono i più aperturisti in Italia oggi

La pandemia di Covid ha introdotto un’altra linea di demarcazione tra gli italiani, come se non bastassero quelle che già li dividono a livello politico, economico, culturale. Così come virologi ed epidemiologi sono divenuti più presenti sui media e più popolari sui media, così la strategia da adottare di fronte al virus ha prodotto diversi partiti. Ai due estremi abbiamo i cosiddetti aperturisti e i rigoristi, ovvero coloro che vorrebbero aprire tutto e quelli che invece spingono per maggiori chiusure. In mezzo vi sono tutte le posizioni intermedie.

Negli ultimi sondaggi politici di SWG in particolare vi è un identikit degli aperturisti. Sono il 12% degli italiani, e in generale sono uomini, appartengono alla generazione X, single, di livello scolare medio, spesso autonomi e in una difficile condizione economia, collocati più spesso a destra e centrodestra che a sinistra. In effetti a questo ritratto assomigliano molti dei manifestanti che sono scesi in piazza chiedendo più aperture, in maggioranza negozianti e ristoratori.

I rigoristi sono invece meno, il 10%, ma anche tra loro vi è chi afferma di avere bisogno di riprendere le proprie abitudini e di non farcela più a stare a casa. Sono rispettivamente il 43% e il 32% di coloro che in realtà allo stesso tempo chiedono più chiusure.

In generale secondo i sondaggi politici di SWG sono più di metà quelli che dicono di voler tornare alla vita normale. Più che a marzo e decisamente di più di un anno fa. Ma arrivano al 71% tra gli aperturisti. Tra questi ultimi poi il 61% non vogliono rimanere più in casa, ben più del 38% medio.

Sondaggi politici SWG, il 25% degli aperturisti pensa che la pandemia sia un grande inganno

Tra i motivi che portano gli aperturisti a chiedere la fine delle restrizioni in testa vi sono quelli economici. Per il 76% di loro secondo questi sondaggi politici i danni all’economia sono diventati troppo grandi. Ma per tre quarti vi è anche l’aspetto psicologico che impone un ritorno alla normalità.

Pochi, il 36%, pensano che in ogni caso non sarebbe giusto mai imporre chiusure come quelle viste durante la pandemia. E ancora meno pensa che sia la situazione dei contagi che ora consente di aprire. Per il 15% degli aperturisti è anche una questione personale: la propria situazione economica è diventata troppo difficile

Sono relativamente pochi i complottisti. Solo un quarto dell’11% che viene definito come aperturista per i sondaggi politici di SWG pensa che tutta la pandemia sia un grande inganno. Tra tutti gli italiani sono comunque anche meno, l’11%. La maggioranza, il 57%, il 53% tra gli aperturisti, pensa che la rabbia di chi manifesta nelle piazze nasca non da questa convinzione ma dal fatto che c’è paura per il lavoro e il reddito.

Per gli apertutisti però ha più importanza della media anche altri fattori, ovvero l’ingiustizia che le misure hanno provocato e le limitazioni alla libertà di movimento.

Questi sondaggi politici di SWG sono stati realizzati tra il 14 e il 16 aprile con metodo CATI-CAMI-CAWI su 800 soggetti