Elezioni politiche, le differenze nel voto in base al numero di abitanti

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Centrodestra ottiene il massimo nei comuni più piccoli

Il voto degli italiani nelle ultime elezioni politiche, come nelle precedenti, si è differenziato molto da un punto di vista demografico, di reddito, geografico.

Riguardo a quest’ultimo ambito i divari non interessano solamente il solito binomio Nord-Sud, ma anche e forse soprattutto quello tra città e provincia.

Come sempre negli ultimi 30 anni il centrosinistra e il centro risultano essere più forti nei comuni più popolosi e il centrodestra in quelli più piccoli.

Lo si nota anche nella ricerca di Cise-Luiss, che evidenzia come nei centri con meno di 5mila abitanti la coalizione vincente abbia ottenuto il 51,7%, percentuale che scende al 48,7% in quelli tra 5 e 15mila, al 44,3% in quelli tra 15 e 50mila.

Scende sotto la media nei centri medi, tra 50 e 100mila, dove ha il 40,5%, e tocca il minimo, il 35,2%, nei comuni tra 100mila e 2 milioni di abitanti. Recupera a Roma, il centro più grande, in cui arriva al 38,9%.

Simmetricamente il centrosinistra è qui, nella Capitale e nelle città più grandi, che arriva alla percentuale maggiore, il 32,4% e 32,3%, anche se non raggiunge il centrodestra.

Il consenso scende al calare degli abitanti, fino ad arrivare solo al 22% nei comuni più piccoli.

Elezioni politiche 2022, Fratelli d’Italia sopra il 30% nei centri più piccoli del Nord e del Centro

Nello specifico dove se la cavano meglio i vari partiti?

Per il primo, Fratelli d’Italia, le performance migliori sono quelle messe a segno nei centri sotto i 5mila abitanti del Nord, dove arriva al 32,1%. Sopra al 30% anche in quelli tra 5 e 15mila sempre del Nord e in quelli più piccoli della Zona Rossa. Male, solo il 18,5%, il risultato nelle città maggiori del Sud, quelle con più di 100mila abitanti.

Qui domina il Movimento 5 Stelle, che arriva al 31,8%, più che doppiando il dato nazionale. Il partito di Conte, invece, tocca il minimo nei paesi più minuscoli del Nord, in cui scende al 6,5%.

Per il Pd divari meno evidenti. Arriva al 28,8% nelle città maggiori della Zona Rossa, mentre cala al 14,3% nei comuni tra 15 e 50mila abitanti.

La Lega in queste elezioni politiche ha avuto un andamento simile a quello di Fratelli d’Italia, ma su livello molto più bassi. Passa dal 15,1% dei comuni più piccoli del Nord al 3,9% delle grandi città del Sud.

Piuttosto omogeneo il consenso a Forza Italia, che tocca il massimo, il 12,2%, nei paesi del Sud con meno di 5mila abitanti, e il minimo, il 4,5%, a Roma

Azione/Italia Viva, invece, ha un profilo di consenso simile a quello del centrosinistra. Supera il 10% nei centri con più di 100mila abitanti del Nord, dove arriva al 12,1%, e poi in quelli tra i 50 e i 100mila, sempre del Settentrione, a Roma e nei più grandi della Zona Rossa, mentre è molto debole nei piccoli comuni del Sud.

Simile la distribuzione del consenso di Sinistra Italiana/Verdi e di +Europa.

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