Sondaggi politici TP: sostegno a sciopero per Gaza, ma divisione su riconoscimento della Palestina
Bentornati con il consueto sondaggio settimanale di Termometro Politico, il primo di questo autunno. Partendo proprio dal classico autunno caldo, parliamo dello sciopero generale per Gaza, per proseguire con il riconoscimento dello Stato Palestinese, le parole di Trump all’ONU e sulle guerre: cui prodest? Cominciamo.
Sondaggi politici TP, sciopero generale per Gaza: maggioranza a favore, ma per 1 su 4 manifestazione di sostegno ad Hamas
Partiamo col dire che il grande sciopero del 22 settembre è stato sostenuto dalla maggioranza della popolazione (dato aggregato del 56%, contro il 42,9%). Per il 37% queste manifestazioni “Sono state importanti e doverose, anzi, la mobilitazione su questo tema in Italia è stata troppo limitata”. Per il 19% pure “sono state giuste, ma gli organizzatori devono evitare gesti estremi e la presenza di gruppi radicali che provocano disordini”.
Dall’altra parte, il 18,4% che pure ritiene che “La situazione a Gaza è tragica, le manifestazioni di piazza non sono utili e spesso sono controproducenti”.
Infine, un dato decisamente rilevante – quasi un quarto del campione, il 24,5% – afferma che queste manifestazioni “Sono state sbagliate, sono di fatto un sostegno ad Hamas e favoriscono l’antisemitismo già diffuso”

E cosa fare con il riconoscimento dello Stato Palestinese?
E ora, l’Italia è uno dei pochissimi Paesi che non riconosce la Palestina. Qui, pur con una maggioranza (53,6%), il favore del riconoscimento è bilanciato da una negativa molto ampia (44%).
Certo è che la moda statistica è quella che “Avremmo dovuto riconoscerla da tempo, più il tempo passa più la nostra decisione è vergognosa”, opzione scelta dal 40,9% del campione. C’è poi una minoranza – 12,7% – che approva perché “Oggi le cose sono cambiate, dovremmo fare come Spagna, Francia, Regno Unito, riconoscendo lo Stato palestinese, per dare un segnale politico”.
Dall’altro lato, sulla posizione del Governo, il 26,7% crede che “è giusto riconoscere lo Stato palestinese solo se ci sarà un processo di pace chiaro che escluda Hamas e gli estremismi dal governo della Palestina”. Infine per il 17,3% “L’Italia fa bene, non esiste uno Stato palestinese, riconoscerlo è una mossa propagandistica che rafforza solo Hamas”.

Trump e la sua analisi sulla crisi dell’Unione Europea: una maggioranza relativa è d’accordo con il presidente USA
Rimanendo al palazzo di vetro di New York, Donald Trump ha fatto un discorso all’assemblea generale segnalando, tra le altre cose, come l’immigrazione sia stata deleteria per l’Unione Europea.
Per il 33,8%, con la maggior frequenza di risposta (la moda statistica), Trump “Ha totalmente ragione, l’immigrazione ha portato criminalità e ha cambiato in peggio il volto della nostra società”. C’è un altro 13,8% che dà sempre ragione al tycoon affermando che “È vero, l’immigrazione è un fenomeno in gran parte negativo, ma come spesso capita Donald Trump esagera e usa un linguaggio eccessivo”.
Tra i contrari, il 20,8% ritiene che “l’immigrazione, piaccia o no, è un fenomeno necessario e ineluttabile e in ogni caso l’Europa è in condizioni migliori degli USA”. Solo un 13,4% afferma di non essere “per nulla d’accordo, l’immigrazione in realtà negli ultimi decenni ha migliorato l’Europa, diversificando e arricchendo la società”.
C’è poi una risposta intermedia che sostiene che “Le condizioni della società europea non dipendono tanto dall’immigrazione quanto dalle scelte economiche dei vari Stati”: è questa l’opzione scelta dal 17,1% del campione.

Sondaggi politici TP, per oltre una persona su due, le guerre favoriscono sempre i potenti
Per chiudere, abbiamo chiesto quali sono le conseguenze economiche degli invii di armi o degli interventi nelle guerre e nelle crisi internazionali? Chi ci guadagna e chi ci perde?
C’è una risposta che spicca prepotentemente su tutte: il 53,3% sostiene che “A guadagnarci sono solo banche, corporazioni, politici e militari collegati a esse, mentre i cittadini pagano il conto, con la crescita dei prezzi e crisi economiche”.
Per il 12% del campione “Dipende dai casi, ci sono interventi che generano guadagni per le grandi corporazioni e perdite per la popolazione e altri che vanno a vantaggio di tutti”.
Una stretta minoranza (4,3%) crede che questi “Sono interventi che generano nel tempo maggiore crescita per l’intero Paese, perché ostacolano i progressi di potenze avversarie”.
Infine, un gran numero di rispondenti (24,5%) crede che “Non si può sapere in partenza, l’invio di armi o l’intervento nelle crisi devono essere effettuati se sono giusti, a prescindere da guadagni e perdite economiche”.

Sondaggi politici elettorali TP, intenzioni di voto 26 settembre: Frateli d’Italia di nuovo vicina al 30%
Chiudiamo, come sempre, con intenzioni di voto e fiducia nella premier. Rispetto alla nostra ultima rilevazione, FdI rimbalza verso l’alto con un ottimo +0,3% e si rifà sotto alla soglia del 30%. Flessione per il PD (-0,2%) mentre il M5S riprende un decimale (12,5%). C’è anche il sorpasso della Lega ai danni di Forza Italia: 8,8 a 8,6%.

Chiudendo con la fiducia nella premier Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia torna a superare il 39% di approvazione, con la sfiducia che ritorna di pochissimo al di sotto del 60%.

Nota metodologica: sondaggio realizzato con metodo CAWI, 3.000 interviste raccolte tra il 23 e il 25 settembre 2025
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