Sondaggi politici TP, la flotilla doveva seguire il consiglio di Mattarella
Bentornati con il sondaggio settimanale di Termometro Politico, il primo di questo mese di ottobre. Cominciamo con il tema chiave: la flotilla, intercettata in acque internazionali dalle forze militari israeliane. SI parlerà anche del piano Trump per Gaza, dell’importanza del denaro nella società e del rapporto tra astensionismo e legittimità. Cominciamo.
Sondaggi politici TP, la maggioranza degli italiani sosteneva l’invito di Mattarella rivolto alla Flotilla Sumud
Prima di essere intercettata, la flotilla ha ricevuto un messaggio dal presidente Mattarella dove si chiedeva ai naviganti di fermarsi e consegnare gli aiuti alla Chiesa. Parole ben accolte: per il 34,9% “è stato un appello equilibrato e di buon senso, e i membri della Flotilla avrebbero fatto bene a seguirlo”. Per un altro 18,3% ha fatto altrettanto ben “anche se in passato Mattarella avrebbe potuto evitare di attaccare Israele e di mettersi di fatto a fianco dei pro-pal”
Dall’altra parte, per il 23,6% “Il suo appello è legittimo, ma non ha una competenza specifica sul tema ed è altrettanto legittimo per la Flotilla non condividerlo e proseguire il viaggio per Gaza”. Infine, un italiano su cinque (20,2%) crede che Mattarella, “con questo tentativo di fermare la Flotilla si è messo di fatto dalla parte di Israele, indebolisce i tentativi di fare pressione sugli israeliani per bloccare il genocidio”.

E proprio rimanendo a Gaza si parla del progetto di mettere a capo di un governo transitorio niente meno che Tony Blair, ex premier britannico. Qui, c’è una certa divisione, con una tendenza alla sfiducia per il piano presentato dall’inquilino della Casa Bianca. Le risposte che prevalgono sono quelle opposte: al 32,8% non piace “Per nulla, è un’imposizione di tipo coloniale, non ci sono certezze sul ritiro israeliano o su uno Stato palestinese e non c’è alcuna punizione per il genocidio”. Al 25,9%, invece il piano piace molto, “Trump è l’unico che può metterlo in atto avendo buoni rapporti sia con gli israeliani che con molti Paesi musulmani e arabi”.
Le risposte intermedie sono meno gettonate e fortemente equilibrate: il 17,2% risponde che “Sì, abbastanza, anche se in troppi punti è ancora un po’ vago e si presta a molte interpretazione da parte dei soggetti coinvolti”. Per una percentuale quasi identica, 17%, il piano piace “Poco, può essere un punto di partenza per un negoziato, ma non è possibile che i palestinesi siano governati da Trump e Blair, devono scegliere loro il proprio destino”.
Una minoranza molto risicata (2,4%) non approva per nulla perché “è troppo favorevole ai palestinesi, lasciare a loro Gaza vuol dire creare le condizioni per il ritorno del radicalismo islamico e di Hamas”.

Sondaggi politici elettorali TP: astensionismo e legittimità, che rapporto intercorre
Ora, passiamo a tematiche evergreen. Abbiamo chiesto se l’astensionismo e la bassa affluenza alle urne delegittimano chi sta al potere. Risposte molto varie: Per quasi un quarto del campione, il 24,5%, “Certamente sì, si dovrebbe introdurre una soglia, per esempio del 50%, sotto la quale le elezioni non dovrebbero essere ritenute valide”. C’è anche un 23,6% che afferma “Sì, anche se il vincitore è legittimato a governare, con un’astensione elevata non ha un mandato pieno e la stessa autorevolezza di chi vince con alta affluenza”.
Dall’altra parte, la risposta – che è anche quella più gettonata – che afferma che “No, l’astensionismo è un tema importante da affrontare, ma in democrazia chi vince ha la stessa legittimità a prescindere dall’affluenza”, viene scelta da quasi 4 italiani su 10. Infine, il 10,9% sostiene che “per nulla, decide chi vota e anzi trovo positivo che alle urne vada solo chi ha un reale interesse ad esprimersi”.

Infine, abbiamo sondato il rapporto tra denaro e società, chiedendo quanto sia importante oggigiorno. E due risposte spiccano su tutte, con percentuali simili: per il 39,4% “Purtroppo appare ormai essere l’unico criterio in base al quale si è giudicati, chi ha più denaro sembra valere più degli altri agli occhi della società”. Per il 37,7%, il denaro “Ha valore, ma accanto al denaro nella vita quotidiana conta anche altro, come la posizione professionale, l’istruzione, le qualità personali”.
Le altre risposte ottengono minor consenso: per il 9,2% “In realtà non ha molto valore. Alla fine importano molto di più il comportamento delle persone, le loro idee, i loro valori”. Dall’altra parte, poco più del 5% afferma che il denaro “È tra i valori più importanti, e mi sembra giusto, il successo economico, se ottenuto onestamente, è un merito da riconoscere”.
La risposta per cui “In Italia meno che altrove, c’è invidia sociale, la ricchezza appare come una colpa invece che come un merito, come dovrebbe essere” e quella per cui il denaro “È l’unica cosa che conta davvero, giustamente, e non importa come si arriva al successo economico. Chi afferma l’opposto è ipocrita”, vengono scelte da una percentuale marginale di persone.

Sondaggi politici elettorali TP, intenzioni di voto 3 ottobre e fiducia in Giorgia Meloni: nel segno della stabilità
E per chiudere questo sondaggio settimanale, passiamo alle intenzioni di voto e alla fiducia nella premier. A distanza di 7 giorni, si segnalano variazioni davvero minime, nell’ordine del decimale. FdI e PD salgono di 0,1%, mentre non cambia nulla per M5S, FI, Lega e AVS. Anche la fiducia in Giorgia Meloni rimane stabile, al di sotto del 40%.


Nota metodologica: sondaggio realizzato con metodo CAWI, 2.800 interviste raccolte tra l’1 e il 2 ottobre 2025
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