Per i suoi elettori il Campo Largo rimane una somma di partiti
In superficie la situazione politica è piuttosto stabile, e non a caso per gli ultimi sondaggi elettorali di Noto il centrodestra rimane fermo a livello piuttosto alti, ma guardando più in profondità, ai numeri dei singoli partiti, le cose cambiano.
Se Fratelli d’Italia e Noi Moderati sono fermi al 30% e all’1,5%, Forza Italia guadagna mezzo punto e supera la Lega, che, invece, lo stesso messo punto lo perde andando all’8,5%.
All’opposizione si riprende rispetto al 23 settembre il Pd: sale al 22,5% guadagnando lo 0,5% (Noto approssima sempre al mezzo punto), mentre il Movimento 5 Stelle perde gli stessi decimali e arretra al 12,5%. Male anche Verdi e Sinistra, che scendono dal 5,5% al 6%, mentre va decisamente meglio ai centristi.
Sia Azione che Italia Viva, che ora sta formando casa Riformista, guadagnano mezzo punto e vanno rispettivamente al 3,5% e al 3%, mentre +Europa rimane all’1% e viene conteggiata per la prima volta l’Udc, che ora si colloca nel centrodestra, all’1,5%. Scendono, di conseguenza, i partiti più piccoli, che passano dal 2,5% all’1,5%.


Sondaggi elettorali Noto, il 53% per la separazione delle carriere
Le altre domande contenute all’interno dei sondaggi elettorali di Noto riguardano anche il Campo Largo, la coalizione di centrosinistra che si oppone alla maggioranza al governo. Se viene chiesto ai suoi sostenitori elencare le sue principali debolezze sono quasi tutti d’accordo: è il fatto che non ha un progetto, per ora, ma è solo una somma di partiti. Lo pensa il 75% di chi vota Casa Riformista e il 51% di chi vota Pd, nonché il 44% dei pentastellati.
Per gli elettori di Avs è più importante il fatto che la coalizione sia divisa sulla politica interna estera e che non ha individuato candidati forti. La pensa così il 37% di essi, ma anche il 37% dei democratici ritiene una debolezza la divisione sui temi concreti, come il 40% di chi sta con Casa Riformista. Per il 41% di questi ultimi conta anche la mancata individuazione di un leader di coalizione, cosa che viene citata anche dal 31% di chi vota Pd.

C’è una domanda anche su futuro referendum per confermare o meno la riforma della giustizia, che contiene anche la separazione delle carriere dei magistrati. Ebbene, il 53% appare a favore, solo il 28% vorrebbe l’abrogazione della riforma, mentre il 19% è indeciso.
