Ucraina, sulle elezioni pesa l’ombra del regime Yanukovich

elezioni in ucraina

UCRAINA, TV E “MEA CONDICIO” ELETTORALE

Si provi ad immaginare un uomo rinchiuso all’interno di una stanza disadorna. Le pareti spoglie, i lucernari impostati, i pavimenti scrostati. La sua relazione con il mondo passa solo attraverso i carcerieri che, due volte al giorno, gli consegnano le vettovaglie quotidiane. L’uomo, logorato dall’isolamento, inizia a disinteressarsi di tutto. All’inizio della prigionia settimanalmente chiedeva informazioni riguardo la propria famiglia, la propria piccola attività economica, lo svolgersi di nuovi accadimenti nella piccola porzione di mondo assegnatagli dal destino dell’esistenza.
Dopo il primo anno, desistette nel chiedere suddette informazioni, ridusse l’interesse per la propria attività oramai in stato di abbandono e continuò, invece, a preoccuparsi riguardo gli avvenimenti della propria famiglia. Infine oggi, a due anni dal momento della reclusione, non chiede più niente. Si accontenta di trascorrere il tempo in un silenzio attonito, fissando l’unico punto di discontinuità sulle monocromatiche pareti della stanza. Un giorno, però, alcune guardie inaspettatamente lo svegliano alle, per lui buie, prime luci dell’alba. Intimorendolo, lo invitano a prepararsi poiché oggi rivedrà la luce, dopo due anni, per espletare i suoi diritti di cittadino che le barbarie della detenzione forzatamente avevano relegato all’oblio. Oggi è infatti il giorno delle elezioni e, coloro che lo hanno mantenuto debole e cieco nell’ultimo biennio, hanno bisogno anche di lui. La competizione elettorale è quantomai incerta ed ogni voto può rivelarsi decisivo. Il suo voto, come facile immaginarsi, ricadrà sui suoi carcerieri in carica e tenterà di assicurar loro una riconferma elettorale.

Si sostituiscano ora alla finzionale figura del carcerato le sembianze del popolo ucraino, alle turpi personalità dei carcerieri le sembianze del regime Yanukovich, alla romanzata descrizione della stanza lo scenario mediale contemporaneo ucraino. Il quadro dipinto non sarà più quello di un carcerato biennale in preda ad un isolamento imposto da temibili carcerieri, bensì quello raccontato dai dati di un recente studio pubblicato dal sito Human rights in Ukraine. Essi mostrano infatti che, durante le prime tre settimane di campagna elettorale, la copertura televisiva assicurata alle due principali forze politico-elettorali è stata sproporzionatamente impari.

In Ucraina, così come in molti altri Paesi, la televisione rimane il principale mezzo di informazione; evidente risulta quindi l’interesse di controllo del media ad un mese dalla data delle elezioni. Cominciando dalle regioni dell’est, feudo di provenienza delle illustri figure al governo, i dati sulla copertura elettoral-televisiva dicono: Partito delle Regioni 89,1%, Opposizione 6,8%. Analizzando il dato del solo Oblast (provincia) di Donetsk, si riesce a far addirittura meglio: 99,3% per il Partito delle Regioni contro il misero 0,5% dell’Opposizione. Chi si illude che, spostandosi verso Ovest, le percentuali bulgare si riducano, sbaglia. Nelle russofone regioni del Sud, la tacchetta elettoral-televisiva si ferma ad un corposo 84,2% a confronto di un esiguo 4,7% registrato dall’Opposizione. Spostandoci nell’Ucraina centrale (regione di Kiev) i dati registrano un’ulteriore ma ininfluente decremento, attestando una copertura pro-governativa al 78,7% al cospetto dell’irrisorio 2,2% garantito all’Opposizione (qui seconda forza elettoral-televisiva è il Partito Comunista Ucraino con il suo 8,8%).

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L’asticella torna a rialzarsi nelle regioni del Nord del Paese dove il Partito delle Regioni si assicura l’84,3% del broadcasting-time, l’Opposizione l’1,3%. Arrivando infine alle regioni dell’Ovest, dove più osteggiate sono le forze governative facenti capo a Yanukovich, i dati mostrano ancora una volta percentuali bulgare: Partito delle Regioni 70,3% della copertura elettoral-televisiva, Opposizione 10,9%. A ciò si aggiungano le conclusioni della ricerca che, tessendo la tela empirica dei dati, riassumono così la situazione: “On national channels the Party of the Regions received 19 times more coverage than the opposition. On Inter (owned by Valery Khoroshkovsky, former Head of the Security Service, now Finance Minister) there were 32 times more negative references to the opposition than to the Party of the Regions. On global media coverage there were 2-3 times more direct speech from the Party of the Regions. On the State-owned UTV, data get 10 times higher”. Il popolo ucraino, dopo due anni di mediatico isolamento carcerario, tornerà a votare il 28 ottobre. Le condizioni affinché il suo voto, come facile immaginarsi, ricada sui carcerieri in carica sono evidenti. Non magari sufficienti per assicurarne una riconferma elettorale, sicuramente adeguate per sollevare dubbi sulla salute di una freedom of speech che, a tante voci, le istituzioni internazionali reclamano.