Goodbye Sir Alex Ferguson

Goodbye Sir Alex Ferguson ma soprattutto grazie per questi 26 anni incredibili.

I numeri reali dicono 38 trofei vinti con il Manchester Utd: 13 Premier, 2 Champions, 2 Mondiali per club, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Europea, 5 FA Cup, 4 Coppe di Lega, 10 Community Shield e 1489 panchine a fine maggio con il suo team. Facendo un semplice calcolo aritmetico si può affermare che i tifosi dei diavoli rossi hanno avuto  in ogni stagione almeno un trofeo da festeggiare, per la precisione 1,4. Mister Ferguson ha avuto la forza di plasmare più cicli di successo ed ha creato nel suo team un ingranaggio perfetto in cui potevano cambiare i calciatori, ma non la natura della squadra e quindi i risultati. Il 4-4-2 è stato il marchio di fabbrica dei Red Devils.

Il simbolo di questo modulo è stato rappresentato dai numeri 7: Cantona, Beckham e Cristiano Ronaldo.  Nella sua folgorante carriera non è stato un’alchimista della tattica, ma ha creato ed incarnato alla perfezione il mestiere di allenatore-manager che fa della programmazione e della lungimiranza la sua arma migliore.  Grazie alle sue capacità di scouting sono approdati allo United giovanissimi, grandissimi giocatori come: Giggs, Cantona, Schmeichel, Cole, Keane, Beckham, Scholes, Cristiano Ronaldo e Rooney.

Per restare  sulla stessa panchina di un club cosi importante e creare un vero e proprio sistema, oltre alle capacità tecnico-manageriali c’è bisogno di un carattere d’acciaio e in questo il Sir non era secondo a nessuno. Hanno fatto storia le sue incredibile sfuriate negli spogliatoi del Old Trafford. Per ulteriori informazioni, per esempio, chiedere a David Beckham che si è visto lanciare una scarpa in faccia.

Anche in questa stagione, “The Boss” così lo chiama Jose Mourinho, ha strapazzato gli avversari: a due giornate dal termine il  Manchester United  ha realizzato 85 punti mentre il Manchester City  si è fermato a 75.  I rapporti con i cugini non sono mai stati idilliaci, specie da quando albergano gli sceicchi. Fergie anche pubblicamente è andato giù duro sui citizens: “Un piccolo club, con una mentalità ristretta. Tutto ciò di cui possono parlare riguarda il Manchester United, non possono farne a meno e ancora “Può capitare di avere dei vicini rumorosi, non puoi farci niente: saranno per sempre rumorosi. Bisogna andare avanti con la propria vita, alzando il volume della tv”.

Alex Ferguson è nato a Glasgow durante la guerra. Da giovane, come molti ragazzi del luogo, ha lavorato come tornitore nel porto. Ha ammesso nella sua biografia di essere socialista e di non aver mai abbassato la testa di fronte ai capi, ma di non essere riuscito ad ammettere la sua fede politica di fronte alla sua religiosissima madre. Molti non sanno che prima di arrivare in Premier League, ha trionfato in patria prima con il Saint Mirren e poi con l’Aberdeen con il quale è  riuscito  a rompere il duopolio Rangers, Celtic e a vincere tre campionati, una Coppa di Lega, 4 Coppe di Scozia ma soprattutto una Coppa delle Coppe battendo in finale il Real Madrid ed una Supercoppa Europea contro i tedeschi dell’Amburgo. Il 6 novembre ’86 per 60.000 sterline viene ingaggiato dal Manchester United e inizia il suo “regno” nella città inglese.

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Come un grande comandante è  restato stabile al timone della sua nave, grazie a quel carattere d’acciaio temprato dal lavoro nel porto di Glasgow, mentre intorno a lui cambiavano il mondo ed il calcio;  ma lui, con il suo faccione rosso rubino, è  stato sempre lì pronto a capire in anticipo cosa fare e quando farlo.  La stagione di grazia  è  quella del 1998-99 in cui realizza il treble trionfando in Premier League, Champions League e Fa Cup. Il 20 luglio 199 è stato nominato Sir dalla Regina Elisabetta II.

Ora, anche per lui, è arrivato il momento dell’addio: ““Ho riflettuto a lungo, non è una decisione che si può prendere a cuor leggero, ma ho deciso di ritirarmi. E’ il momento giusto”.  Grazie ancora, Mister Ferguson mancherai ai tuoi tifosi e a tutto il mondo del calcio.

Frasi celebri:

le vittorie e le sconfitte sono gemelle, vanno quindi trattate allo stesso modo, senza eccessivo entusiasmo la prima, e senza deprimersi in maniera eccessiva la seconda”.

“La pensione è per i giovani, non per i vecchi. I giovani possono trovare nuovi interessi. Quando sei vecchio e sei stato nel giro per il tempo che ci sono stato io, se dovessi scendere, dove pensa me ne potrei andare? Sotto terra. Mi creda. La pensione è per i giovani. Se invecchi, non ci andare in pensione.”