Streamoff, prima piattaforma del cinema italiano indipendente

Streamoff. Vi siete mai chiesti che fine facciano tutti i film che non trovano spazio nelle sale cinematografiche? Quei film di nicchia penalizzati dalla distribuzione in previsione di scarsi incassi al botteghino? A chi non è capitato nemmeno una volta, cercando un film che desiderava vedere, di scoprire che, su un enorme numero di cinema, pochissimi ne davano la proiezione?

Nell’epoca del Web 2.0 a salvare dal dimenticatoio le pellicole discriminate ci pensa Streamoff, primo baluardo di difesa contro una distribuzione spesso avida di profitto e sorda alla cultura. Streamoff rappresenta un’iniziativa senza precedenti in Italia. La regola fondamentale della neonata piattaforma è quella di dare spazio soltanto a film che non sono mai stati distribuiti o hanno avuto scarsa visibilità nei cinema.

Con questa filosofia Streamoff si pone come diretto antagonista dei giganti Multiplex, che non riservano alcuno spazio al cinema italiano indipendente e ai nuovi autori, al contrario dei piccoli cinema di città e di provincia, da sempre più aperti e autonomi nella programmazione proposta, ma sempre più schiacciati.

 

 

Se vi viene l’orticaria all’idea dell’ennesimo cine-panettone o storcete regolarmente il naso all’uscita dell’ultimo cine-cocomero, non vi resta che visitare il sito di Streamoff. Qui è possibile visualizzare i titoli disponibili, suddivisi tra lungometraggi, cortometraggi e documentari. Per ciascuna di queste tipologie esiste una bacheca di film, completi di locandina, trama e, spesso, anche trailer. Si può affinare la ricerca filtrando ulteriormente per “genere”, “tema”, “budget” e “anno di produzione”.

Le pellicole non si scaricano, ma sono fruibili dall’utente in streaming al costo di 1,50 euro a visione che diventano 2,50 per quelle in alta definizione – e sono disponibili fino a tre giorni dall’acquisto. Entro questo arco temporale si può sospendere e riprendere la loro visione in qualunque momento e su qualunque dispositivo. Una sorta di “noleggio virtuale”.

Visitando il sito di Streamoff, si trovano titoli sconosciuti ai più – ma non per questo meno degni di visione – accanto ad altri più noti (“L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi, “Fracchia contro Dracula” di Neri Parenti, “Così fan tuttedi Tinto Brass, ecc.), che non hanno nulla in comune se non la scarsa diffusione che hanno avuto presso il pubblico.

Oltre che per gli eventuali fruitori, Streamoff rappresenta un’opportunità anche per produttori e registi, che attraverso questo strumento possono dare visibilità alle proprie “creature” e rendere accessibili ad un pubblico più vasto prodotti che altrimenti avrebbero una diffusione molto più ridotta.

 

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Tutto questo è possibile grazie al web. Esso rappresenta una risorsa sempre più preziosa per la libera diffusione di prodotti culturali, siano essi editoriali, musicali o cinematografici. I tradizionali canali distributivi – case editrici, cinematografiche o discografiche –, spesso chiusi all’innovazione ed eccessivamente focalizzati su logiche di guadagno, vengono bypassati a favore del giudizio del pubblico in rete.

La svolta si intravede ovunque. Nell’industria editoriale. Si volta pagina. Nell’industria discografica. Si cambia musica. Nell’industria cinematografica. È tutto un altro film.

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