In Italia si vince senza bomber

Come e perché si vince in Italia: collettivo. E’ più o meno questa la sintesi della stagione 2012-13, per quanto riguarda le squadre che hanno trionfato nei due campionati italiani più importanti, la Serie A e quella cadetta.

La Juventus ha trionfato con ben tre giornate d’anticipo, totalizzando 87 punti, +3 rispetto alla stagione precedente e +9 sui diretti inseguitori del Napoli. Tra i primati stagionali dei bianconeri ci sono anche il maggior numero di vittorie totali (27) e consecutive (9), il minor numero di sconfitte (5), la miglior difesa (24 reti subite) e la miglior differenza reti (+47).

Quello della Juventus non è il miglior attacco (71 reti, -2 rispetto al Napoli e -1 dalla Fiorentina). Idem nella stagione precedente, secondi alle spalle del Milan (74 a 68).

In entrambe le stagioni, però, a far la differenza è stata la solidità difensiva: 24 reti subite quest’anno, 20 la scorsa stagione (rispettivamente -12 e -13 rispetto alle seconde migliori difese, cioè Napoli e Milan). Ennesima dimostrazione di come in Italia i campionati si vincano soprattutto con la miglior difesa (ben 8 volte nelle ultime 9 stagioni).

Tuttavia, l’aspetto che più sorprende è la capacità realizzativa, che ha portato la Juventus ha trionfare per ben 2 stagioni pur non avendo un vero terminale offensivo, “distribuendo” le reti in più reparti e calciatori. Merito del gioco “totale” dato dall’allenatore Antonio Conte, abbinato ad una grande flessibilità che ha permesso di passare agevolmente dal 4-2-4 delle prime gare della stagione 2011-12 al 4-3-3 successivo, per poi approdare al 3-5-2, marchio distintivo della Juventus degli ultimi 18 mesi.

Nella stagione 2011-12 i bianconeri hanno iscritto nel tabellino dei marcatori (considerando tutte le competizioni e computando solo i calciatori che hanno giocato almeno una partita e che hanno militato per tutta la stagione tra le fila della squadra torinese) tutti i calciatori della rosa eccetto Eljero Elia e Fabio Grosso. La distribuzione delle reti ha visto 3 calciatori in doppia cifra (Matri, Vucinic e Marchisio, tutti con appena 10 reti), di cui solo uno in campionato (Matri).

Nella stagione appena conclusa lo schema si è ripetuto. Nonostante l’ovvio aumento di reti complessive realizzate (77 nella stagione 2011-12, 97 in quella appena conclusa) frutto dell’aumento del numero di gare giocate (da 43 a 53, con la partecipazione alla Champions League) e il miglioramento della media realizzativa (da 1.79 gol a partita a 1.83), la casella “bomber” è rimasta ancora vuota. Sebbene sia aumentato il numero di calciatori in doppia cifra (5), il capocannoniere stagionale, Vidal (addirittura un centrocampista!), ha realizzato “appena” 15 reti (di cui ben 6 rigori), seguito da Vucinic (14), Quagliarella (13), Giovinco (11) e Matri (10).

L’impatto di queste cifre è ancor più evidente leggendo la classifica marcatori della serie A, guidata nelle ultime due stagioni da Cavani (29 gol in campionato e 38 complessivi stagionali) e da Ibrahimovic (28 reti in serie A e 35 complessive), con i “cannonieri” bianconeri relegati rispettivamente al 23° posto (Vucinic e Vidal nella stagione 2012-13) e al 16° (Matri nel 2011-12).

Antonio Conte e Arturo Vidal

Anche la serie cadetta 2012-13 ha visto dominare una squadra basata sulla forza del collettivo: il Sassuolo (85 punti, +3 sul Verona) che ha raggiunto la sua prima storica promozione in A.

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Pur distinguendosi dalla Juventus a proposito della solidità difensiva (40 reti subite, seconda difesa a +8 dal Verona), la distribuzione dei gol realizzati parla chiaro. 78 reti (miglior attacco) con 15 calciatori a segno, unica squadra della serie cadetta insieme al Livorno ad avere ben 4 elementi in doppia cifra (gli attaccanti Pavoletti, Boakye e Berardi e il difensore rigorista Terranova) appaiati a quota 11 e lontanissimi (19° posto) dal capocannoniere di categoria (Cacia del Verona, con 24 reti).

Anche qui si può notare la mano del nuovo allenatore, il 43-enne Eusebio Di Francesco, che ha impostato un 4-3-3 spumeggiante ed offensivo. Un netto cambio rispetto al predecessore Pea, che aveva portato nel 2011-12 i nero-verdi sino ai playoff, trascinati soprattutto dai gol del bomber Sansone (20 reti, 1/3 dei gol totali realizzati dal Sassuolo 2011-12).

Il trionfo finale del “collettivo” versus “grandi bomber” è ancor più evidente analizzando un altro elemento di congiunzione dei 3 campionati presi in considerazione (Serie A 2011-12 e 2012-13 e Serie B 2012-13). La classifica cannonieri è stata sempre vinta da un calciatore della squadra piazzatasi al secondo posto: Cavani del Napoli (quest’anno) ed Ibra del Milan (la stagione precedente) in serie A, Cacia del Verona nella B 2012-13.

Eusebio Di Francesco e i giocatori del Sassuolo durante la festa promozione

Morale della favola: al netto della necessità di un impianto difensivo solido, oggi in Italia la caccia spasmodica al bomber (che contagia molti club) dati alla mano non sembra essere la strada obbligata per il trionfo finale.