Lo stato miserando della demoscopia (e dell’istruzione) in Italia

I genitori dei bambini di quinta elementare sanno che in questo periodo i loro pargoli stanno per affrontare le prove Invalsi, ovvero il mega test nazionale che fa un po’ le veci del defunto esame di quinta. L’idea in sé non è cattiva, l’avere un test a livello nazionale misurabile intendo, non certo l’aver cancellato l’esame di quinta, come non è cattiva l’idea di raccogliere qualche dato statistico sui genitori dei medesimi pargoli, giusto magari per investigare i legami tra reddito o livello di istruzione dei genitori e i risultati al test dei pargoli medesimi.


Ed è in quest’ottica che mi è arrivato in casa questo mirabolante questionario:

 

La prima cosa che mi è saltata all’occhio è che è incompleto. Mancano, a mio parere, almeno le indicazioni sul reddito e anche quelle sulle dimensioni delle città di residenza dei genitori, giusto per avere una distribuzione territoriale dei risultati, ad esempio. Sarebbe stato anche interessante raccogliere lo stato della famiglia: monoparentale, genitori divorziati, numero di figli, ecc. ecc. Ma evidentemente son dati che non interessano al ministero.


Ma andiamo nel dettaglio. Cominciamo con il Luogo di Nascita. Secondo me qui l’estensore del questionario vorrebbe investigare l’andamento dei risultati degli alunni in base al fatto che la lingua madre del genitore non sia l’italiano, cosa anche interessante, ma non certo ottenibile con questa domanda. Infatti uno può tranquillamente nascere all’estero, e arrivare in Italia a 2-3 anni e quindi parlare l’italiano come lingua madre. Dettagli, direte. Transeat.


Ma andiamo più nello specifico. Le opzioni per il rispondente sono 4, con tanto di nota esplicativa:

Alla voce Titolo di Studio poco da eccepire, tranne forse la mancanza di una voce per registrare i titoli post laurea (dottorato o MBA) e l’onnipresente ambiguo Non Disponibile.


Ma la cosa meravigliosa è la voce Occupazione. Qui abbiamo, nell’ordine:

Mi chiedo come mai manchino voci essenziali come precario/cocopro o ancora a casa da mammà.


Quali dati sensati si possano trarre da questo questionario confuso e ambiguo, scritto probabilmente da un dirigente ministeriale di carriera (i titoli di studio ci sono tutti eh, non ne manca uno almeno fino alla laurea) con il papà generale dell’Arma, ve lo lascio immaginare.
Ma forse il punto è proprio quello al Ministero dell’Istruzione: non avendo idee in proprio, avendole appaltate a Tremonti e Bossi, la si vuole buttare in caciara.