Sondaggio Ipsos: Politica e Web in Italia

Definire e comprendere le relazioni che sussistono tra la Politica e il mondo del Web è operazione quanto mai difficile. Un tema sicuramente di estrema attualità che, però, presenta numerose problematiche quando si cerca di operazionalizzare i concetti, proprio in virtù del fatto che si tratta di una relazione quanto meno sfuggente.  Le teorie “ingenue”, che spesso vengono riportate dalle cronache, si schierano generalmente o sul fronte di chi tende ad esaltare la portata della rivoluzione digitale (colti da una sorta di ebbrezza da positivismo tecnologico) oppure, sul versante opposto, con quelli che tendono a sottostimare ogni tipo correlazione.

Per cercare di mettere un primo punto a questa delicata ed interessantissima questione è sicuramente utile recuperare i dati raccolti da Ipsos per il Partito Democratico relativi alla situazione italiana (luglio 2011).

Prima di iniziare ad analizzare alcuni dei dati più significativi bisogna però introdurre alcune osservazioni utili a comprendere al meglio i dati presentati da Ipsos:

1) Come indicato nella nota metodologica la popolazione di riferimento è limitato ai soli maggiorenni. Quindi dai risultati sono esclusi sostanzialmente tutti i nativi digitali senza diritto di voto.

2) Alcune tabelle e relative percentuali che riportiamo sono costruite su una base del campione parziale; ovvero relativa esclusivamente ai casi che hanno dichiarato di utilizzare Internet. Come sappiamo bene in Italia il conto dei  soggetti che hanno il semplice accesso alla rete si ferma a meno della metà dell’intera popolazione.

3) I dati, così come sono presentati, non tengono conto della reale capacità di utilizzo funzionale da parte degli utenti che hanno dichiarato di accedere ad Internet ma piuttosto sull’utilizzo che ne fanno (per approfondire “Diseguaglianze digitali” S. Bentivegna – Laterza 2011). Quindi, i dati offerti vanno presi in considerazione più per avere una fotografia della situazione italiana che per poter trarre considerazioni di altra natura.

Fatte le debite precisazioni iniziamo a dare uno sguardo ai primi grafici.

Costruito sulla base dati “persone che utilizzano internet” l’Ipsos ci fornisce uno spaccato delle attività degli utenti su internet per quanto riguarda la politica. Se il 62% degli “internettiani” italiani dichiara di leggere almeno qualche volta  articoli di politica sui quotidiani on-line solo il 4%  ha visitato siti di candidati o partiti.

Quando poi si tratta di trasformare l’aggregazione politica on-line in partecipazione attiva nella vita reale il grafico a nastri segna un 85% di persone che non ha mai partecipato a nessun evento al quale era stato invitato tramite Internet.

Se si guarda alla frequenza di interesse e al numero di fonti interpellate in relazione all’orientamento di voto, si scopre come tra PD e PDL + Lega il gap sia  nell’ordine dei 18 punti percentuali tra coloro che o non usano internet o lo utilizzano ma non per informarsi su contenuti “politici”. Tradotto in altri termini per il 70% dell’elettorato del PDL + Lega e il 52% del PD la rete non è una fonte di informazione per quanto riguarda la politica.

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Cambiando prospettiva, Ipsos fornisce dati relativi al rapporto che gli utenti della rete hanno nei confronti di un medium tradizionale come la televisione. In particolare, per un buon 81% degli utenti che utilizzano la rete tutti i giorni l’informazione televisiva è peggiorata, diventando, di conseguenza, meno credibile. La percentuale aumenta se si prendono in considerazione i soli utenti di social-network. Ma l’impressione che la qualità dell’informazione televisiva sia peggiorata, seppur con percentuali inferiori, è condivisa anche dalla maggioranza di quelli che Internet non lo usano.

Interessante è notare come i dati relativi ai telegiornali maggiormente seguiti dagli utenti di Social-network non coincidano affatto con i dati sul totale. Svetta su tutti, infatti, il TG de La7 con un +7% tra il pubblico che usa un Social rispetto all’intero collettivo. In crisi di ascolti, tra gli utenti di Facebook et similia, ci sono le due ammiraglie di Rai e Mediaset con un -9% per il TG5 ed un -8% per il TG1 (sempre rispetto all’universo). Da segnalare, infine, il 12% che dichiara di non guardare nessun telegiornale rispetto al 7% del totale.