Il bello di essere provinciali il caso di Sassuolo

E’ BELLO ESSERE PROVINCIALI: SASSUOLO

Non sarà la classica meteora del calcio italiano destinata, dopo un solo anno di permanenza, a ritornare nel purgatorio della Serie B.

Il Sassuolo di patron Squinzi, presidente di Confindustria, tra le altre cose milanista da sempre, vuole restare a lungo nel paradiso della Serie A, conquistata per la prima volta nella sua storia, dopo che già stagioni fa ci era andato vicinissimo.

I neroverdi allenati da Di Francesco rappresentano il lato più genuino del calcio italiano, lontanissimo anni luce dagli ingaggi milionari delle “big”, in cui il legame tra città e squadra è fortissimo.

Le storie più belle, più emozionanti dello sport arrivano dalla Provincia, da luoghi dove si può lavorare tranquillamente senza la frenesia della città, senza pressioni, circondati dall’entusiasmo della gente, e dove ritrovare, per chi proviene proprio dalla città, nuovi stimoli.

Per qualcuno l’etichetta di “provinciale” è un pesante limite alle proprie ambizioni, per altri addirittura un pesante insulto che, se pronunciato da un giornalista, può scatenare reazioni violente.

Essere provinciali non significa essere perdenti: il miracolo sportivo è possibile.

L’Hellas Verona di Bagnoli, campione d’Italia nella stagione sportiva 1984-1985, insegna che gli “ultimi” possono diventare primi.

Lotteranno sempre con il coltello tra i denti i ragazzi di mister Di Francesco, come hanno fatto in B e, c’è da crederci, se ne vedranno delle belle. Il Trofeo Tim, vinto davanti al proprio pubblico, contro Milan e Juventus è già un gustoso aperitivo di quanto questo Sassuolo voglia sorprendere tutti.

E se poi il presidente Squinzi dichiara, dopo aver battuto l’odiatissima Juve “..abbiamo dato una lezione di gioco straordinaria, poi hanno tentato il solito furto sui rigori, e gli è anche andata bene..”, si prevedono dei post gara bollenti.

Risolto, almeno parzialmente il problema stadio, con il trasferimento a Reggio Emilia, si sta facendo di tutto per garantire una rosa affidabile, da categoria. L’arrivo del talentuoso Simone Zaza dall’Ascoli è stato davvero incredibile, dato che è stata sbaragliata la concorrenza di club molto più blasonati, come la Juventus.

Il dramma di Acerbi ha commosso tutto il mondo sportivo: appena arrivato a Sassuolo, ha scoperto un tumore. Subito operato, annuncia che al suo ritorno vuole rilanciarsi, dopo una stagione deludente al Milan. L’enigma Rosati spaventa Di Francesco, visto che il portiere è coinvolto nell’indagine “Cremona quater” e la richiesta di squalifica, pesantissima, di Palazzi. Si sognano Zaccardo dal Milan,e il colombiano Zapata, e si è ai dettagli con Rubin.

Comincerà a Torino, contro il Toro, l’avventura del Sassuolo in A. Per il presidente dei neroverdi, la tanto sognata partita a San Siro contro il Milan ci sarà all’ultima giornata, il 18 Maggio.