Dilemmi africani

Dilemmi africani

Qualche anno fa stavo entrando in Congo, uno dei paesi più corrotti e difficili del mondo. 

I controlli all’aeroporto erano estenuanti, ma mi ci ero rassegnato e non avevo fretta.

Quando mi presentai al banco della dogana con la mia Samsonite mi accolse un funzionario con un sorriso cordiale.

Mi fece passare sotto il metal detector, mi passò il rilevatore sul profilo del corpo: nessun segnale, nessun bip-bip rivelatore.

Nonostante questo mi fece togliere progressivamente cintura con fibbia di metallo, orologio di plastica, telefono cellulare modello antiquato, chiavi assortite.

Venne il momento della valigia. Il funzionario con il sorriso inossidabile mi chiese se preferivo dargli del denaro, qualche dollaro, niente di che, oppure preferivo che mi aprisse la valigia. Risposi, con un largo sorriso, che prefrivo passare il controllo senza distribuire denaro e senza che mi venissero ispezionati i bagagli.

Il funzionario senza fare una piega prese atto dei miei desideri. “Se le cose stanno così, vada pure. Benvenuto” – mi disse. E mi lasciò passare. Seppi poi che gli agenti di polizia, i vigili urbani, i funzionari doganali e quelli della pubblica amministrazione non ricevevano stipendi da diversi mesi e mi pentii di non aver dato a quel doganiere qualche spicciolo che sarebbe stato la sostituzione parziale dello stipendio che non riceveva da mesi.

Ragionai. Se lo avessi fatto avrei probabilmente rafforzato l’idea che basta avere una divisa e si può chiedere del denaro sotto forma di ricatto. Era il messaggio di chi non gli pagava lo stipendio da mesi che era da sconfiggere e non la richiesta, quasi educata, del funzionario.

Il messaggio, di fatto, era il seguente: “ti ho dato una divisa, ti ho dato un piccolo potere, sfruttalo. Non voglio sapere come fai, fallo nel modo che non mi possa danneggiare. Questo paese è pieno di gente che non ha nemmeno una divisa e tu puoi taglieggiare”.

Ma come fare a colpire quella mentalità che in alcuni casi è diventata legge. La corruzione inizia proprio in quel messaggio tacito ed è un gran male per l’Africa. Ma come dirlo a chi non ha uno stipendio e ha una famiglia?