Dalla legge Severino più soluzioni o problemi?

La Legge Severino “ha posto più problemi di quelli che voleva risolvere, perché nelle norme c’è mancanza di indicazioni nitide”. E’ questo il parere, non particolarmente lusinghiero, rilasciato dalla procura generale della Corte di Cassazione (nella persona del sostituto Vito D’Ambrosio) nella sua requisitoria all’interno di un giudizio che prevede l’applicazione di norme sulla legge che si occupa anche dell’incandidabilità.

Vale la pena fermarsi un attimo, se non altro per fugare qualche dubbio: qui l’incandidabilità in cui incorrerebbe Berlusconi in base alla condanna definitiva nel processo Mediaset non c’entra nulla. L’appuntamento di oggi, davanti alle Sezioni unite penali della Suprema Corte (che intervengono in caso di contrasto tra orientamenti in determinate materie) riguarda sì alcune delle questioni dubbie sulla legge Severino, ma si riferisce essenzialmente alle differenze tra concussione e induzione, dopo che il previgente reato di concussione è stato “spacchettato” proprio da quell’intervento normativo.

“Non e’ possibile comprendere – ha detto D’Ambrosio – la ragione profonda del perché si è giunti a sdoppiare l’articolo del Codice penale sulla concussione per combattere la corruzione, ed è fasulla l’interpretazione di chi dice che le leggi internazionali e l’Europa ci chiedevano di eliminare la concussione”.

Sarebbe sbagliato, però, sostenere che Berlusconi non è minimamente interessato dalla seduta di oggi delle sezioni unite. Per la procura generale, infatti, “Ogni volta che un pubblico ufficiale determina una limitazione pesante della libertà del soggetto passivo, è configurabile il reato di concussione per costrizione, anche se il danno prospettato sia giusto perché previsto dalla legge”. La linea “dura” seguita da D’Ambrosio, in particolare, considera in modo ampio il reato di concussione (che prevede pene più dure, anche accessorie, e tempi di prescrizione più lunghi rispetto a quello di induzione).

Tra i processi che potrebbero essere interessati, c’è anche il ‘caso Ruby’, che ha già visto una condanna di Berlusconi in primo grado a sette anni di carcere per concussione per costrizione e prostituzione minorile. Nulla cambierebbe se le sezioni unite accogliessero la ricostruzione di D’Ambrosio; qualora invece i giudici volessero lasciare meno spazio alla concussione e ampliare quello riservato all’induzione, in appello Berlusconi potrebbe (ma non è scontato) vedersi comminare una condanna più leggera.

Sulla legge Severino interviene anche l’attuale ministra della Giustizia, Anna Maria Cancellieri: “La legge anticorruzione è stata fatta con il massimo impegno dall’ex ministro Paola Severino, ma quando si fa una legge qualcosa si può sbagliare: ci inchineremo al giudizio della Cassazione, fa parte delle regole del gioco. Tutto si può fare meglio, onore ha chi quella legge l’ha fatta; se serve si correggerà”.