Mozambico vicino al punto di non ritorno

In Mozambico siamo ormai vicini al punto di non ritorno. Ritorno su questo argomento perché c’è stato un nuovo attacco ad un campo di addestramento della RENAMO nel distretto centrale di Maringue.

Da settimane ci sono scontri tra l’esercito e uomini armati appartenenti alla Resistenza Nazionale Mozambicana, cioè la formazione guerrigliera che durante la guerra civile era contrapposta al FRELIMO, Fronte di Liberazione del Mozambico, che si trasformò in partito e prese il potere alla fine del conflitto, offrendo alla RENAMO, con gli accordi di Roma, di integrarsi nella vita politica del paese.

Ora, dopo venti anni di stabilità, sta per saltare tutto all’aria. Gli ultimi scontri sono stati consistenti e lasciano immaginare che da una parte e dall’altra si dispone di armi e munizioni per ingaggiare scontri di una certa gravità: secondo fonti governativi, infatti, ci sono stati 17 militari e 41 guerriglieri della RENAMO rimasti uccisi.

L’attacco è stato, sempre secondo fonti ufficiali, una risposta all’imboscata che presunti appartenenti alla RENAMO hanno compiuto sabato contro un autobus e altri due veicoli che percorrevano la principale strada che collega il Nord e il Sud del paese all’altezza del distretto di Machanga.

Quella strada è l’arteria vitale del Mozambico e l’attacco, evidentemente, la dice lunga sui danni che si vogliono creare al paese. Insomma, siamo già al colpo su colpo, superata la fase dell’attacco dimostrativo.

Lo abbiamo già scritto: probabilmente questa situazione è il frutto di ricchezze scoperte negli ultimi anni (Gas, Carbone, Petrolio, Oro) e contese da potenze e lobby politiche ed economiche esterne che, se non soddisfatte da chi governa con concessioni e accordi, si rivolge a potenziali gruppi di opposizione disposti a destabilizzare il paese e a creare nuovi equilibri. E’ la solita maledizione delle ricchezze.