Per i ragazzi del 2020

Temo abbia ragione lo Scorfano (che insegna lettere):

Non è tanto la prospettiva della pensione a 69 anni e 10 mesi (come da calcolatore del Corriere.it) (benché, è ovvio, già questo sia un numero assolutamente spaventoso, quasi una minaccia). Quello che davvero mi mette angoscia e mi fa dire che non ce la farò mai e che è meglio che io cambi mestiere fin da ora, finché posso, è la prospettiva di entrare in una classe di quindicenni quando avrò 62 o 65 o 68 anni. Come farò? È possibile che io riesca a dire a ragazzi che nasceranno nel 2020, più o meno, qualcosa che riesca a interessarli? Cosa avrò mai da dire loro? È possibile che io riesca a essere per loro un buon insegnante?
Secondo me, no. Secondo me non può funzionare in alcun modo. Pertanto, se i 69 anni e 10 mesi sono davvero imprescindibili e non c’è altra soluzione, almeno non fatemi entrare in una classe dopo i 60. Fatelo per i ragazzi che devono ancora nascere, non per me. Fatelo per chi avrà bisogno di un’istruzione vera, non di un nonno che fatica pure a salire le scale dell’edificio. Mandatemi a fare qualcos’altro, anche solo delle fotocopie (esisteranno ancora le fotocopie, nel 2035?): fatelo per il futuro, per i ragazzi del 2020, perché così, davvero, non potrà mai funzionare.