Comunicare (bene) i cambiamenti. Il caso di Area C a Milano

area c

Il 16 gennaio entrerà in vigore a Milano “Area C”, la nuova “congestion charge” individuata dalla giunta Pisapia, per ridurre traffico e smog, in una città particolarmente colpita dal problema dell’inquinamento (atmosferico e acustico).

L’obiettivo è di riuscire a ridurre drasticamente il traffico privato nel centro di Milano, destinando tutti gli introiti derivati dall’applicazione del provvedimento (che stabilisce fasce diverse, sia per la tipologia dei veicoli, sia di contribuzione) al potenziamento della rete di trasporto pubblico e della mobilità ciclabile.

Area C è anche la risposta della Giunta di Giuliano Pisapia al voto referendario del 12-13 giugno, dove il 79% dei milanesi ha espresso la volontà di adottare provvedimenti utili alla riduzione di smog e traffico in città.

Tutto bene dunque?

A leggere le notizie degli ultimi giorni non sembra del tutto così.

Intorno al nuovo provvedimento si è acceso un dibattito infuocato, che ha visto protagonisti i partiti dell’opposizione di centro destra, impegnati ad alimentare faziosamente i disagi espressi da una parte dei cittadini milanesi, in particolare i residenti della zona centrale della città, chiamati anche loro a contribuire, seppur con ampie agevolazioni (“devo pagare per entrare e uscire da casa mia”, questa potrebbe essere la sintesi brutale delle proteste dei cittadini del centro).

Il Sindaco, l’assessore alla mobilità Pierfrancesco Maran, la giunta e i consiglieri comunali della maggioranza, si stanno spendendo per spiegare ai cittadini il senso e le modalità di Area C.

Con l’ansia (apprezzabile) di chi vuole svolgere al meglio il proprio ruolo di amministratore.

Ma con qualche carenza nella qualità della comunicazione che rischia di limitare la percezione del provvedimento a “ennesima gabella”, penalizzando il valore aggiunto che Area C dovrebbe avere.

Si fa fatica a trasmettere il pensiero strategico di cambiamento che ci sta dietro, di cui l’introduzione della congestion charge rappresenta solo un tassello iniziale.

E si offre così una sponda facile alle polemiche “di parte”, poco interessate a entrare nel merito della qualità delle proposte.

Nella lettera mandata ai cittadini milanesi, Giuliano Pisapia parla di “Area ‘C’ come ‘Centro’, come ‘Congestion’”.

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Se le parole hanno un valore, ci poteva stare anche una ‘C’ come “Cambiamento” o come “Comunità”, nell’idea che l’introduzione del provvedimento sia soprattutto finalizzato a cambiare (in meglio) la vita della comunità dei cittadini milanesi.

Tutta la campagna di comunicazione di Area C risulta essere molto “informativa” ma non sufficientemente “evocativa”.

Al contempo i cittadini fanno fatica a mantenere lo spirito di partecipazione e condivisione che ha caratterizzato così positivamente la campagna elettorale di qualche mese fa.

Forse anche perché provati e preoccupati dalla situazione generale del paese.

O forse perché non è così facile accettare cambiamenti che vanno a incidere su abitudini e stili di vita consolidati, come ad esempio, l’uso dell’automobile come mezzo privilegiato per gli spostamenti.

L’introduzione di Area C è il primo provvedimento della giunta Pisapia  “pesante” e immediatamente percepibile (nel bene e nel male) dai cittadini.

Comprensibile quindi che ci sia qualche difficoltà e la necessità di aggiustamenti in corso d’opera (del resto il provvedimento è presentato come sperimentale e come tale dunque suscettibile di verifiche e di modifiche).

Sicuramente aiuterà riuscire da domani (quando la congestion charge entrerà in vigore) a raccontare ai cittadini la strategia complessiva che si ha in mente per rendere Milano sempre più vivibile e facilmente fruibile.

E aiuterà mandare segnali immediati di come verranno utilizzati tutti gli introiti derivati dall’introduzione di Area C, nel rispetto dell’impegno preso di investire nel potenziamento della rete dei trasporti e della mobilità ciclabile.

L’auspicio è che, fin dai prossimi mesi, i cittadini milanesi possano ritrovarsi a spostarsi più agevolmente, utilizzando mezzi pubblici efficienti, in una città meno trafficata; dove i tantissimi ciclisti che usano la bicicletta per i loro spostamenti, possano muoversi con maggiore serenità e minor rischio.

“Ce la facciamo”, ha detto il Sindaco Giuliano Pisapia, intervenendo sabato all’assemblea regionale del Partito Democratico lombardo.
I cittadini di Milano non possono che sperare che abbia avuto ragione.