Ballarò minuto per minuto 17/01/2012 [diretta]

Ballarò

Ballarò minuto per minuto 17/01/2012

 

Amici della grande politica nonchè assidui spettatori del salotto di Ballaró, eccoci qui per vivere tutti insieme una nuova puntata del nostro consueto appuntamento con “Tutto Ballarò minuto per minuto”!

Stando alle anticipazioni, alla corte di Giovanni Floris la guest star sembra destinata ad essere David Riley, responsabile rating dell’agenzia Fitch, al cui fianco ci saranno Lucrezia Reichlin, figlia d’arte dell’ex PCI Alfredo, nonchè docente della London Business School, ma anche un altro uomo del momento, ovvero Enrico Giovannini, Presidente dell’Istat. Oltre a loro, un neosottosegretario che però sembra già aver messo le radici in Via Teulada, ovvero Gianfranco Polillo, e l’evergreen Bruno Tabacci, esponente dell’API. Ma oltre a loro anche il Leghista Roberto Cota, a fare la voce controcorrente, Mario Resca, Presidente di Confimprese, e Paolo Mieli, Presidente di RCS Libri.

21.06 Si inizia, subito servizio con Alessandro Poggi a Piazza San Pietro. Chiede ad un passante “Oggi Monti è stato dal Papa” “Sì, a Confessasse!” risponde il cittadino. Segue poi il classico servizio con musica inquietante sotto ai Palazzi del potere con interviste ai vari politici…si inizia con Casini, come sempre rassicurante, a cui segue un Bersani un po’ più incerto. Poi tocca ai tassisti che protestano sotto Palazzo Chigi, quindi Berlusconi, che dice che “servono le liberalizzazioni che fanno bene all’Economia”, e poi boccia la liberalizzazione delle farmacie, mentre per Umberto Bossi sono troppo forzate.

21.12 Si torna in studio, e dopo le presentazioni degli ospiti, Floris ci dà appuntamento con Crozza a dopo la pubblicità!

21.18 Rieccoci, con Crozza. “Dopo vent’anni di Silvio B., eccocene tre di B” escordisce Crozza, riferendosi al declassamento dei conti Italiani a BBB da parte di Standard and Poor’s. Così come, secondo Crozza, anche la Francia ha avuto il suo declassamento, e la Bruni è passata da “Premier Dame a quel che la dà a Sarkozy”. Poi inizia a prendere di mira Cota, che non sembra però apprezzare molto le battute di Crozza, che gli chiede se ha il permesso scritto di Bossi per recarsi a Ballarò. Poi, lunga disquisizione sulla tragedia della Costa Concordia all’Isola del Giglio. E poi, inevitabile da parte di Crozza, dire due parole sulla campagna tesseramento del PD “Conosci i miei?”…

21.26 “Una gita a…”, celebre pagina della “Settimana enigmistica”, presa in prestito da “Ballarò” ci porta oggi ad Atene, in un ufficio del registro automobilistico, un cui decine di cittadini Greci fanno la fila per riconsegnare le targhe delle loro automobili dopo l’aumento del bollo auto, che ha raggiunto prezzi proibitivi per molte persone che hanno perciò deciso di rinunciare all’avettura. Quindi si passa tra i vari negozi di Atene, dove i commercianti mostrano gli scarsi incassi. Soprattutto una farmacista dice che la Bayer, visti gli scarsi guadagni sul mercato Greco, ha mandato poche Aspirine, che vengono quindi sostituite da un prodotto Greco. La Grecia in ginocchio a Missolungi dipinse Delacroix, ed oggi sembra sempre essere in ginocchio.

21.34 Si torna finalmente in studio. Lucrezia Reichlin dice di avere speranza sull’operato di questo Governo, ricordando che è arrivato dopo anni di scarsa crescita e che perciò sarà difficile che in pochi mesi si recuperi tutto ciò che non è stato fatto per anni. Poi Floris chiede a Giovannini: “E’ così strano dire che l’Italia è in serie B?” E Giovannini replica che la crisi non è stata passeggera e c’è stata una gelata ce ha creato problemi per l’Economia Italiana. La puntata, come mostra anche il profilo degli ospiti, inizia sembra destinata ad essere molto tecnica.

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21.39 La parola a Roberto Cota, che inizia dicendo che le misure prese dal Governo non porteranno ad un miglioramento della crescita, anche per via delle ingenti tasse varate dall’attuale esecutivo. Tabacci dice che il declassamento ci porterà a pagare interessi ancorap iù alti, e che la crisi Greca è stata affrontata con una certa superficialità.

21.44 Altro servizio, stavolta sui conti dell’Eurozona, solo la Germania promossa: neanche la mia Professoressa di Scienze al Liceo era così severa. O è il caso di dire che neanche nella classe di Pierino erano così somari? Bah, in ogni caso, i conti stanno messi male e tutti questi Paesi devono rimettersi in carreggiata. Poi viene illustrato come in Italia quasi tutti abbiano almeno un elettrodomestico oppure un’automobile di fattura Tedesca.

21.49 Paolo Mieli inizia a dire la sua su come uscire dalla crisi, ma critica l’esame della situazione fatta settimana per settimana. Esamina poi come, stando alle denuce dei redditi, i proprietari di molti beni di lusso denuncino entrate economiche piutosto basse, e che bisogna rifare ordine in tutto ciò. E poi conclude: “E’ probabile che riusciamo a non fallire”. Finale ottimista. Strano che non abbia fatto la lezione di Storia, come spesso è nel suo stile.

21.53 E’ il turno di Gianfranco Polillo. “L’Europa si salva solo se sè stessa vuole salvarsi!” dice, e la nostra mente va all’anziano banchiere Londinese Mister Dawes, il quale diceva che “Se crolla la Bancha d’Inghilterra crolla l’Inghilterra!”, e allora, forse, tutta questa crisi finirà con tutti al Parco a far volare gli aquiloni. Poi Polillo ricorda come il delassamento dei conti Americani non abbia prodotto cambiamenti nelle finanze USA. Poi tocca a Fabio Salviato, di Banca Etica, che illustra la tipologia della sua banca, e Floris gli dice “Ma scusate, voi prestate i soldi a chi non ve li può ridare?”, e lui risponde che dare credito significa dare fiducia.

22.03 Si ritorna in onda dopo la pausa pubblicitaria. E si riparte con un servizio su alcune delle liberalizzazioni in programma. Si inizia con i saldi. Attualmente le regole sono precise ma alcuni le aggirano. Ed interviene come sempre il solito Trefiletti di Federconsumatori (ma Floris non fa prima ad invitarlo in studio?). Oltretutto si mostra come svendite e saldi abbiano ormai seri concorrenti nel mercato online e negli outlet, ed anche per questo il Governo ha intenzione di liberalizzare i saldi, dando piena libertà ai commercianti in materia di saldi.

22.10 Terminata la pubblicità, Floris mostra un cartello con gli scioperi e le proteste in programa da parte delle categorie toccate dalle liberalizzazioni, e quindi da la parola a Cota, che dice che questo è, a suo parere,  il momento peggiore per fare delle liberalizzazioni. Mentre Cota porta avanti la sua critica, notiamo come dietro di lui, nel pubblico, sieda l’Onorevole Gianluca Buonanno, ovviamente anche lui della Lega Nord, già Sindaco di Serravalle Sesia e di Varallo Sesia, nonchè candidato nel 2001 alla Camera dei Deputati nel collegio di Cossato (che trallaltro è la città in cui è nato Ezio Greggio) con la lista Controcorrente ottenendo il 22,7% delle preferenze.

22.18 La parola a Polillo, che dice che le proteste contro le liberalizzazioni siano, a suo avviso, del tutto premature in questa fase. Secondo lui non si tratta di punire nessuno, quanto di dare inizio ad un processo che faccia ripartire la competitività.

22.21 Ora tocca ad un altro servizio sulle liberalizzazioni, questa volta riguardante il settore ferroviario.  Si cita anche la vicenda Arenaways, ovvero dei treni per pendolari alternativi a Trenitalia nella tratta Torino-Milano ai quali, però, non è stato permesso di fermarsi nelle stazioni intermedie.

22.29 Tabacci e Cota, uno dopo l’altro, illustrano le loro divergenti posizioni sulle liberalizzazioni. Poi la parola a Giovannini che illustra la questione dal punto di vista dell’ISTAT.

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22.33 E fu così che si arrivò a parlare dell’asta dei diritti televisivi…ma giusto pochi secondi, perchè arriva il collegamento con Londra, con David Riley, addetto al rating dell’agenzia Fitch, presentata da Floris come “una delle più grandi agenzie di rating al mondo”. Ricordiamo però come, almeno nel 2006, Gianfranco Fini non la pensasse così, visto che quando intervenne, sempre a Ballarò, un rappresentante di Fitch nel dire che l’Italia non era messa benissimo sul fronte Economico, l’attuale Presidente della Camera lo criticò duramente, dicendo sostanzialmente che Fitch non fosse all’altezza di Moody’s e Standard & Poor’s e, perciò, quanto diceva sullo stato dell’Economia Italiana non fosse veritiero. O tempora, o mores. Vabbè, passiamo a Riley, che oggi ci dice che l’Italia difficilmente raggiungerà il default, al contrario della Grecia, data invece molto vicina ad esso. Per uscire dalla crisi, a suo parere, è importante abbassare il costo del lavoro e snellire la pubblica amministrazione. Smentisce poi ciò che si dice sul fatto che le agenzie di rating favoriscano gli Stati Uniti d’Amerca. D’altronde il declassamento degli USA in termini di rating è un fatto relativamente recente.

22.44 Dopo la pubblicità che ricorda ai cittadini di pagare il canone RAI, si tora in studio con Floris che dice “L’evasore che c’è in noi!” per lanciare il successivo servizi sull’evasione fiscale. Valla a capì sta RAI…sarà un messaggio subliminale autolesionista? Vabbè, nel servizio la morale è questa: chi più, chi meno, ma gli evasoi fiscali in Italia sono tantissimi.

22.51 Lucrezia Reichlin dice che l’evasione fiscale diffusa in Italia sia causata anche dal fatto che l’identità Nazionale è, da queste parti, poco sentita, fatto in parte simile anche alla Grecia.

22.56 Tocca adesso ad Enrico Giovannini dire la sua, e spiega quindi come si calcola l’evasione fiscale e come il fatto che aziende che sopravvivono grazie all’evasione fiscale rimanendo nel mercato non permettano alla crescita di aumentare. Mario Resca aggiunge che la burocrazie è, a suo parere, uno dei più grandi ostacoli alla ripresa.

23.03 Servizio sugli operai che hanno perso lavoro, e che si ritrovano adesso in una situazione piuttosto difficile. La parola poi a Paolo Mieli: è vero, c’è anche lui! Vabbè, ci dice che le liberalizzazioni non faranno ripartire tutto, ma sarà un passo. Se la crescita non ripartirà, secondo lui, le vittime saranno in primis uomini come quelli che abbiamo visto nel servizio precedente, persone che hanno perso il loro lavoro.

23.07 It’s Pagnoncelli time! Ti piace Monti? Sì al 51%, no al 45% un po’ in discesa il consenso di Monti rispetto alla settimana scorsa. Per il 58% degli Italiani, poi, siamo solo all’inizio di una lunga serie di sacrifici per salvare il Paese. Per il 71% degli Italiani il Governo Monti deve andare avanti, mentre il 22% vuole votare il prima possibile. Il 48% teme che le liberalizzazioni causeranno un problema di concorrenza selvaggia che faccia scendere la qualità dei prodotti, al contrario il 46% pensa che le liberalizzazioni aumenteranno la concorrenza migliorando il servizio. Per il 45% i principali Partiti abbiano un potere decisionale estremamente marginale, mentre il 41% dicono che hanno un potere decisionale molto alto.

23.18 La parola ad Enrico Giovannini sul tema degli stipendi dei parlamentari…ed appena inizia si senta un oggetto pesante cadere in studio, non sappiamo di che si tratti, ma non escludiamo sia qualcuno indignato dai costi della politica che ha lanciato qualce oggetto.

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23.20 Si ritorna a Pagnoncelli, che illustra come un’elevata percentuale di Italiani voglia un taglio dell’80% del numero dei Parlamentari, e solo l’1% voglia che rimanga il numero attuale. Dice però come molti non abbiano chiaro il numero di Parlamentari, che sono 945 più Senatori a vita ma secondo molte persone sono duemila, secondo alcuni addirittura circa cinquemila, secondo altri, invece, cinquecento.

23.24 Tabacci punzecchia Cota sugli investimenti Leghisti in Tanzania, e parte un piccolo battibecco.

23.27 Ancora Pagnoncelli, stavolta parte dai partiti che voterebbero gli Italiani oggi: PD 28,8%, PdL, 22,5%, Lega Nord 9,7%, IdV 8,3%, UDC 7,8%, SEL 7,1% Movimento Cinque Stelle 4,1% Futuro e Libertà 3,9% , Federazione della Sinistra 2,4%. Chi vorreste come futuro Premier? Per il 23% Monti, seguono Alfano, Bersani e Vendola al 9%, Berlusconi e Casini all’8% e Passera al 2%.

E dopo le anticipazioni di Glob – Spread, il programma di Enrico Bertolino, segue il celebre “alè!”. Anche questa puntata è terminata. Dopotutto, domani è un altro giorno.