Il Sud Africa alla guida del Consiglio di Sicurezza ONU

Martedì 1° dicembre il Sud Africa ha assunto la presidenza del Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Il paese africano ricopre questo incarico per la seconda volta nel corso del proprio mandato biennale all’interno del Consiglio, che scadrà al termine del 2020.

Jerry Matjila, rappresentante del Sud Africa alle Nazioni Unite, ha dichiarato che il proprio paese lavorerà per rafforzare la cooperazione tra l’Unione Africana e le Nazioni Unite. La presidenza sudafricana si focalizzerà inoltre sul consolidamento di un approccio proattivo al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Una particolare attenzione verrà dedicata al potenziamento dei meccanismi di diplomazia preventiva.

Saranno tre gli eventi chiave della presidenza sudafricana. Il primo consisterà in un dibattito a livello ministeriale dal titolo “Peacebuilding and Sustaining Peace: Security Sector Governance and Reform”. La riforma del settore della sicurezza (SSR) si concentra sull’aumento della responsabilità e dell’efficacia delle istituzioni di sicurezza controllate da civili.

Il secondo evento riguarderà la cooperazione tra le Nazioni Unite e l’Unione Africana, nell’ottica di un rafforzamento della sicurezza nel continente africano. Il terzo appuntamento avrà come obiettivo la promozione dello stato di diritto e consisterà in una riunione per discutere una più proficua collaborazione tra Consiglio di Sicurezza e Corte Internazionale di Giustizia.

Sul tavolo del Consiglio di Sicurezza vi saranno diverse questioni inerenti l’Africa, tra cui gli sviluppi in Etiopia e nel Sahara Occidentale. Saranno valutate le missioni ONU nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sud Sudan. Il Consiglio dovrà inoltre giudicare il report del Segretario Generale sull’implementazione della Risoluzione 2231, che nel 2015 ha approvato il piano d’azione sul programma nucleare iraniano (JCPOA).

I quindici membri del Consiglio discuteranno inoltre della questione nel Nagorno-Karabakh e degli sviluppi in Medio Oriente, soprattutto in Yemen, Siria e Afghanistan.