Caso marò, Palazzo Chigi: “Conseguenze negative se verrà applicato il Sua Act”

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Nelle acque torbide della politica nostrana, sguazza anche il caso dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, la cui condizione rimane estremamente complicata. Il buon senso avrebbe dovuto portare ad una soluzione in tempi brevi, ma si sa, quando si toccano certi fili che legano Stati molto diversi tra loro, non è sempre così facile. Questa mattina il premier dimissionario Enrico Letta, ha guidato l’ultima riunione della task force interministeriale sul caso e infine diramato una nota in cui si legge che è stato fatto “il punto sugli ultimi sviluppi della vicenda” ma soprattutto da Palazzo Chigi fanno sapere che “oltre a ledere la dignità dell’Italia e dei marò, il ricorso a tale legge (Sua Act, ndr) avrebbe conseguenze negative nei rapporti con l’India e nella lotta globale contro la pirateria”.

Il pericolo è quello che l’India voglia ricorrere appunto al Sua Act adottata da New Delhi nel 2002. Infatti, l’articolo 3 comma g-1 della suddetta legge prevede che chi causa la morte di una qualsiasi persona sarà punibile con la morte, aprendo quindi la strada a una condanna alla pena capitale anche se, pubblica accusa e giornali indiani, negano che si possa arrivare a tal conseguenza.

Ieri, intanto, dopo la richiesta da parte dei ministri (Esteri e Difesa) italiani di aprire un “contenzioso internazionale” è intervenuto anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon che ha auspicato una “soluzione tra India e Italia sui due fucilieri”. Ergo: “questione bilaterale” e “non internazionale”. La situazione è piuttosto incerta. L’occasione per ribadire “sentimenti di vicinanza a  Salvatore Girone e Massimiliano Latorre  e alle loro famiglie” ma poi tutto passa nelle mani indiane e internazionali: Ban Ki-moon oggi incontrerà l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri, Catherine Ashton e per martedì è prevista la riunione della Corte suprema indiana. Si attendono lumi.

 

Giacomo Salvini