Sondaggio IPR per Il Mattino, il bonus 80 euro viene speso da pochi

IPR 80 euro spesi

Sondaggio IPR per Il Mattino, il bonus 80 euro viene speso da pochi

L’istituto IPR ha svolto per il quotidiano partenopeo Il Mattino un sondaggio tra 500 lavoratori italiani che hanno ottenuto il ‘bonus 80 euro’ in busta paga. A causa dell’incertezza, sono in pochi ad averlo speso.

Tre rispondenti su quattro (il 75%) lo ha notato, mentre la restante parte non vi ha fatto attenzione, nonostante se ne fosse parlato molto sui media e fosse stato presentato come decisivo per la ripresa economica.

Solo il 35% ha affermato di aver speso qualcosa in più rispetto ai mesi precedenti grazie al bonus 80 euro.

Infatti, per il 60% degli intervistati gli 80 euro non hanno influito sulle consuete abitudini di spesa: quasi la metà  (il 47%) li ha accantonati, il 18% li ha utilizzati per pagare debiti pregressi e uno su 4 (il 25%) li ha destinati agli acquisti.

In un’ottica temporale maggiore, tuttavia, la propensione al consumo potrebbe aumentare: è il 35% che intende spenderli nei prossimi mesi, mentre il 10% pensa di utilizzarli per pagare debiti e il 40% li metterà da parte.

Quindi per molti il bonus 80 euro non viene speso ed è una a sorta di ‘tesoretto’ da accantonare.

Per quale motivo gli effetti di questa misura sono inferiori alle previsioni? Due sarebbero i motivi: i beneficiari del bonus 80 euro sono pochi per poter far ripartire i dati macroeconomici sui consumi degli italiani e sul breve periodo continua a prevalere la tendenza all’accantonamento, considerando l’incertezza sull’evoluzione dell’attuale crisi economica.

Venendo appunto al quesito sul futuro dell’Italia, possiamo notare un aumento del pessimismo rispetto a maggio, quando si svolsero le elezioni europee.

In tre mesi si dimezzano coloro che credono che “Renzi salverà l’Italia e l’economia migliorerà”: passano infatti dal 47% al 25% coloro che si rimettono esclusivamente alle capacità del Presidente del Consiglio italiano. Cresce invece dal 38% al 53% la quota di chi pensano che l’uscita dalla crisi sarà difficile, nonostante Matteo Renzi ce la stia mettendo tutta; in aumento (dal 10% al 15%) anche chi prevede un peggioramento della situazione e chi in merito non ha alcuna opinione (dal 5% al 7%).