La Svezia verso il nuovo governo

In Svezia la macchina del governo comincia a prendere forma. Venerdì scorso Stefan Löfven ha annunciato che il nuovo esecutivo sarà formato dai Socialdemocratici e dai Verdi. I due partiti hanno ottenuto complessivamente il 38 per cento alle elezioni di due settimane fa.

Per poter governare (e soprattutto far passare la propria proposta di bilancio) Löfven  avrà bisogno di andare a cercare appoggio altrove – vale a dire anche nel centrodestra. Per riuscirci, sarà quasi certamente costretto a sacrificare la qualità della sua squadra di ministri in favore di un gruppo di parlamentari esperto che abbia abbastanza carisma ed esperienza da andare a costruire quel consenso di volta in volta.

È questa l’opinione del quotidiano Aftonbladet secondo il quale i veterani del Partito Socialdemocratico resteranno deputati proprio con il compito di assicurare al governo il sostegno indispensabile.

Oggi Löfven  dovrebbe assumere ufficialmente la carica di primo ministro. Domani dovrebbe presentare i suoi ministri. Intanto, qualche pedina è già stata collocata al suo posto. Urban Ahlin, infatti, è stato scelto per andare a ricoprire la carica di speaker del Parlamento. Socialdemocratico nato a Mariestad nel 1964, deputato da vent’anni, è stato scelto lunedì. Ci si aspettava una donna (c’era anche un nome in cima alla lista: Susanne Eberstein) e invece la scelta è ricaduta su di lui.

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In Finlandia, il Parlamento è allo studio una proposta di aumento delle spese militari: 150 milioni di euro in più rispetto al budget attuale da spendere da qui al 2020.

L’argomento entrerà nella prossima campagna elettorale e sarà anche materia di discussione per il governo che verrà, ma secondo il Partito di Coalizione Nazionale del primo ministro Stubb c’è un sostegno abbastanza ampio e trasversale.

Il problema, per il premier, è che il sostegno sta venendo a mancare proprio al suo partito. Il Partito di Coalizione Nazionale sta infatti perdendo consensi: 20,4 per cento.

Secondo l’ultimo sondaggio pubblicato dall’Yle (la radiotelevisione di stato finlandese), sono soprattutto le donne e gli elettori con redditi medio-bassi ad aver abbandonato il partito che continua invece a reggere tra i giovani e i redditi più elevate, soprattutto nelle città.

Ma a scalare posizioni è il Partito di Centro, principale forza di opposizione, che ha perfezionato il sorpasso: 23,3 per cento.

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