Dal 1961 a oggi quante polemiche sulla Juventus

muntari

La sfida fra la Juventus e la Roma è stata solamente l’ultimo, cronologicamente parlando, dei numerosissimi spunti di discussione del mondo anti juventino. Chi odia da sempre i colori bianconeri si rivolge alla società trenta – o trentadue? – volte campione d’Italia con il poco affettuoso nomignolo di Rubentus in virtù dei vari casi in cui la vecchia signora si è aggiudicata titoli e coppe grazie a clamorose sviste arbitrali.

La storia del calcio, secondo gli anti juventini, è divisa in due parti: la prima va dalla stagione 1960-61 al 2005-06, la seconda dal 2006 ad oggi. La data che spacca a metà la storia del pallone è ovviamente l’esplosione del caso di Calciopoli e delle indagini sulla celeberrima triade Moggi – Giraudo – Bettega. Tale fulgida estate viene ricordata da tutti coloro che odiano la Juventus come l’estate della verità, l’estate in cui vennero a galla molti dei misfatti e dei furti calcistici messi a segno dalla Madama. Nonostante gli avversari della Juventus sperassero in pene esemplari e in indagini più ad ampio raggio, Calciopoli si risolse, anche grazie alla vittoria del Mondiali del 2006, con un colpo di spugna perentorio e sommario. Da lì in avanti gli juventini iniziarono a parlare di scudetti di cartone mentre gli anti juventini passarono dal parlare di sudditanza psicologica degli arbitri alla accusa di furto continuato.

Sivori in azione durante la sfida fra Juventus e Inter del 1961

Inutile stare a rivangare gli episodi ancora freschi nella memoria collettiva degli sportivi, come ad esempio il gol di Muntari non assegnato al Milan il 26 febbraio del 2012 o il goal convalidato di Zalayeta datato 19 dicembre del 2006; l’avversario era il Bologna e il campionato era la Serie B, eppure un piccolo aiutino serviva ai bianconeri per evitare figuracce nel campionato cadetto secondo le teorie più complottiste. Interessante è constatare che alcuni siti internet schierati contro la Juventus inizino a parlare di “Rubentus” a partire dalla stagione 1960-61. Allora la Juventus era in testa al campionato con Inter e Milan subito a rincorrerla. Il 16 aprile del 1961 si tiene al comunale di Torino la sfida decisiva fra nerazzurri e bianconeri e gli spettatori entrati allo stadio superano di diecimila unità la capienza massima consentita dell’impianto. L’arbitro, Sig. Gambarotta di Genova, nonostante tutto dal il via al match nonostante sia costretto ad interromperlo dopo mezzora per invasione di campo. Il risultato fu 0 a 2 a tavolino, ma la Juventus fece ricorso alla FIGC presieduta da Umberto Agnelli, lo stesso presidente della Juve; chiaramente il ricorso fu accolto e le due squadre vennero invitate a ripetere la partita. Angelo Moratti, per ripicca, schierò in campo la primavera nerazzurra travolta per 9 a 1 dai grandi campioni bianconeri di allora – Sivori segnò sei reti in quella partita, record ancora imbattuto – e così la Juventus conquistò lo scudetto.

Il gol di Turone avrebbe potuto assegnare alla Roma il titolo di campione d’Italia 1981

Da quel momento in avanti, durante quasi ogni stagione si verificarono uno o più eventi volti a favorire la squadra piemontese fino ad arrivare ad un’altra data impressa a fuoco nella memoria anti juventina, quella del 10 maggio 1981. Juventus e Roma si sfidano per lo scudetto dopo un testa a testa mozzafiato durato tutto il campionato. I bianconeri hanno un punto di vantaggio sui capitolini. Inizia il secondo tempo con il punteggio inchiodato sullo zero a zero. Cross di Conti, torretta di Pruzzo di testa e Turone insacca, ma il vantaggio parziale dei giallorossi viene annullato dal direttore di gara su consiglio del guardalinee Sancini che decreta il fuorigioco. Il fischietto di quel match era il Sig. Bergamo, futuro designatore arbitrale ai tempi di Calciopoli  che venne poi condannato.

Quante coincidenze a questo mondo.