Arresto Dell’Utri: udienza rimandata al 9 maggio. Rischia di saltare l’estradizione

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Alla fine il rinvio dell’udienza della Cassazione, al fine di giudicare Marcello Dell’Utri, si è verificato. Proprio ieri i due avvocati (Massimo Krogh e Giuseppe Di Peri) avevano annunciato la loro assenza per malattia.

E’ stata la stessa Corte di Cassazione a decidere di rinviare il giudizio nei confronti dello storico collaboratore di Silvio Berlusconi. “Preso atto” dei due certificati medici che “attestano l’impedimento a comparire dei difensori di fiducia”, il presidente del collegio della prima sezione penale, Maria Cristina Siotto, ha ritenuto “opportuno” fissare una nuova data: venerdì 9 maggio. I termini della prescrizione – che di norma è fissata al 1 luglio –, ovviamente, sono sospesi.

Perché il 9 maggio? Perché il legale di Dell’Utri, Krogh, è stato ricoverato il 5 aprile e la sua scheda medica prevede un recupero fisico in un mese di tempo. A dichiararlo è la collega Nicoletta Piergentili Piromallo: “ inizialmente erano venti giorni, ma la situazione richiede un prolungamento di riposo”, ha poi aggiunto. Sull’altro avvocato dell’ex senatore, Di Peri, il sostituto procuratore generale della Cassazione, Aurelio Galasso, ha polemicamente affermato: “l’impedimento dell’avvocato Krogh è assoluto, mentre quello dell’avvocato Di Peri è un impedimento limitato che gli consentirebbe di deambulare. Per questo esprimo un parziale dissenso alla richiesta di rinviare l’udienza per Dell’Utri e mi rimetto alla decisione della Corte”.

Ma è una vera e propria rincorsa contro il tempo: infatti Dell’Utri è stato arrestato il 12 aprile. Secondo la giustizia libanese un detenuto può essere arrestato provvisoriamente per 30 giorni. Il termine scade, quindi, il 12 maggio, ad appena tre giorni di distanza dalla sentenza della Cassazione sul concorso esterno in associazione mafiosa. Se l’udienza dovesse essere rimandata, Beirut sarà comunque obbligata a lasciare andare Dell’Utri, vanificando quindi la richiesta dell’estradizione.

Daniele Errera