Italicum muove primi passi, Renzi “OK del Senato entro dicembre”

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L’Italicum muove i primi passi. Dopo mesi di diatribe, prende il via il suo iter a Palazzo Madama. La prima seduta in Commissione Affari Costituzionali è iniziata con la relazione della presidente Anna Finocchiaro che ne ha esposto i principali punti dopo le modifiche che vi sono state apportate dopo gli accordi nella maggioranza e in seguito anche all’ultimo incontro tra Renzi e Berlusconi.

Italicum, premio alla lista e non alla coalizione

Viene alzata la soglia necessaria per evitare il ballottaggio dal 37% al 40%. Il premio di maggioranza andrà alla lista e non alla coalizione. L’intento, secondo quanto riferito dal premier Renzi, è di rafforzare la compattezza della maggioranza. Abbassata di conseguenza la soglia di accesso alla spartizione dei seggi al 3%. Altro obiettivo dell’attuale esecutivo è il ritorno alle preferenze con capilista bloccati. “Ognuno dei 100 collegi avrà un capolista secco (almeno 40 dovranno essere donne) e la possibilità di indicare con le preferenze gli altri candidati” fa sapere Renzi che aggiunge “Mi pare che sia un ottimo traguardo che consentirà di avere candidati riconoscibili, certezza di un vincitore, una maggioranza stabile non ricattata dai piccoli partiti”.

Italicum, la relazione della Finocchiaro in Commissione Affari Costituzionali

Intenzioni confermate dalla Finocchiaro che in commissione ha più volte rievocato la sentenza della Consulta sul cosiddetto “Porcellum”. La senatrice democratica ha però sottolineato che “la fisiologia di un sistema democratico efficiente esige una legge elettorale votata dal Parlamento”. Per quanto riguarda il sistema delle preferenze, secondo la Finocchiaro, le liste brevi non sarebbero sufficienti a varcare il muro di cinta eretto dai giudici costituzionali sulle liste bloccate. Sarebbe invece auspicabile una “soluzione di mediazione” come potrebbe essere la “possibilità che una quota di seggi sia assegnata attraverso lo strumento della preferenza”. Oppure l’ampliamento dei collegi con conseguente diminuzione del numero degli stessi. In questo modo solo il capolista sarebbe bloccato e dal secondo in giù avrebbero valenza le preferenze.

Italicum, soglia all’8% penalizzante secondo Alfano

Un meccanismo quello della preferenza individuale che, secondo Alfano, sarebbe una concreta risposta ai “richiami” della Corte costituzionale. Contrario invece, il leader di Ncd, alla soglia dell’8% per i partiti fuori coalizione. Sarebbe “penalizzante”. Emblematico, a riguardo, l’esempio che il ministro dell’Interno ha proposto: tre liste, fuori coalizione, con consensi poco inferiori alla soglia dell’8%; in pratica, pur rappresentando oltre il 20% dell’elettorato, non troverebbero posto in Parlamento. Ma Alfano ha espresso perplessità anche sui 45 giorni concessi per ridisegnare i collegi elettorali. “I cinque mesi del 2005 vanno ridotti, ma non drasticamente abbattuti”.

Italicum, Forza Italia “Non comprimere la discussione”

Cauta invece Forza Italia. Il capogruppo al Senato, Paolo Romani, in merito alla relazione della Finocchiaro, ha dichiarato: “È come se il lavoro fosse già finito”. Fondamentale, secondo il senatore azzurro, evitare di andare ad elezioni con “l’Italiacum 2” per la Camera e il Consultellum per il Senato. È necessario dunque discutere anche della legge elettorale del Senato.

Italicum, la risposta della Finocchiaro a Fi

A stretto giro la risposta della Finocchiaro: “Ascolteremo 25 esperti, poi avremo una discussione generale che non sarà compressa”. E ancora: “Il senatore Romani sa benissimo che a proposito del testo della Camera, approvato anche da Fi, questo tema era oggetto dell’accordo e non è da attribuire al nostro percorso”. Il tema in questione, come facilmente intuibile, è l’esclusione della legge elettorale del Senato che dovrebbe essere abolito dalla riforma costituzionale.

Italicum, approvazione in Senato entro dicembre

La maggioranza vorrebbe incassare l’approvazione del Senato già a dicembre. Il rischio è che i lavori dell’Aula possano subire un rallentamento causa l’arrivo del Jobs Act e della legge di Stabilità. Non è da sottovalutare poi l’ostruzionismo delle opposizioni. Forza Italia su tutte: il partito dell’ex Cavaliere vorrebbe arrivare ad eleggere il nuovo presidente della Repubblica prima che sia approvata la riforma della legge elettorale. L’intento dei parlamentari azzurri è quello di riservarsi, così facendo, un’altra carta da giocare nelle trattative per l’individuazione del nome da far salire al Colle.

Italicum, non una partenza sprint ma maggioranza può far valere i propri numeri

Insomma, l’Italicum parte ma con non pochi ostacoli. L’esecutivo dovrà fare i conti con Forza Italia, Sel e Lega Nord. Ma la maggioranza potrà far valere i propri numeri ed appoggiare le modifiche pattuite che la Finocchiaro ha esposto in commissione Affari Costituzionali.