Vieri-Inter, ferita ancora aperta: “Moratti mi ha trattato da mafioso”

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Christian Vieri detto Bobo è stato uno degli attaccanti italiani più temuti dell’ultimo decennio. Nel suo curriculum vitae una montagna di goal tra Juventus, Lazio, Atletico Madrid, Inter e Nazionale, senza contare le altre esperienze in A e B, la gran parte delle quali non anonime. In un’intervista pubblicata dalla Gazzetta dello Sport, l’ex attaccante si racconta, tra sogni di panchina, ricordi e a sorpresa confessa i motivi che l’hanno spinto ad andarsene dall’Inter e dall’amico Massimo Moratti.

“CHE DELUSIONE” – La vicenda è nota più o meno a tutti: durante i suoi anni in nerazzurro (tra il 1999 ed il 2005, ndr), Vieri è stato spesso pedinato ed intercettato da uomini vicini a Moratti. L’ex proprietario dell’Inter voleva tenere al riparo il suo bomber da eventuali cattive compagnie e allontanarlo dalle sirene della dolcevita meneghina.

Il giudice di Milano ha poi condannato l’Inter e Telecom (Marco Tronchetti Provera, azionista di riferimento della società di telecomunicazione era anche nel Consiglio d’Amministrazione interista, ndr), al pagamento di circa un milione di Euro a titolo di risarcimento. “Quando ho scoperto di essere pedinato e intercettato” confessa Vieri, “ho provato un’enorme delusione, manco fossi stato un mafioso”.

L’ADDIO DALL’INTER – Finalmente, a distanza di qualche anno, l’ex giocatore chiarisce i motivi che l’hanno spinto a passare al Milan nell’estate del 2005 dopo sei anni in nerazzurro. “Con Moratti ci sentivamo ogni giorno” spiega, “ma dopo l’arrivo di Adriano qualcosa era cambiato, ho capito che non avrei avuto spazio anche se là mi volessero fin troppo bene”.

Nonostante lo scandalo delle intercettazioni e dei pedinamenti, Vieri precisa “di non aver problemi a stringere la mano e ad abbracciare Moratti”.