Sondaggi politici Ipsos per il Corriere: licenziamenti senza giusta causa, gli italiani vogliono il reintegro

Meno di un italiano su due conosce i contenuti del Jobs Act e sono in pochi a credere che riuscirà a rilanciare l’occupazione.

Sondaggi politici Ipsos per il Corriere: il giudizio sul Jobs Act, tra occupazione e licenziamenti

Sono quattro i quesiti del sondaggio politico dell’Istituto Ipsos per il quotidiano Il Corriere della Sera del 23 novembre 2014 e riguardano i provvedimenti del governo Renzi in materia di lavoro.

Riguardo il dibattito sul cosiddetto Jobs Act, solamente il 9% afferma di averlo seguito nel dettaglio, mentre il 36% lo conosce negli aspetti principali. La maggioranza, invece, è composta da un 37% che ne ha solo sentito parlare e da un 18% che lo ignora. Questo tipo di dati è sempre significativo per evitare di fare improprie generalizzazioni e ci mostra come sia una minoranza dell’opinione pubblica ad informarsi puntualmente sui provvedimenti in corso di approvazione e a prendere posizione nel dibattito, mentre molti altri, numericamente influenti, costituiscono sì un ampio bacino elettorale, ma rimangono all’oscuro di quanto avviene e ne percepiranno quindi le sole conseguenze indirette.

Nel caso di licenziamenti senza giusta causa, tuttavia, gli italiani propendono per l’obbligo di reintegro sul proprio posto di lavoro, preferibile al semplice indennizzo economico per il 63% contro il 26%. In condizioni di alta disoccupazione, e in assenza di apposite tutele sociali come quelle dei sistemi di flexsecurity, gli italiani preferiscono la certezza della posizione lavorativa ad un rimborso che potrebbe non coprire i costi del periodo della disoccupazione, che potrebbe protrarsi a lungo dopo i licenziamenti, seppure ingiusti. Si tratta appunto della tutela prevista dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Meno di due italiani su dieci credono che questa riforma contribuirà al rilancio occupazionale del nostro paese, mentre è esattamente il 50% a non crederci. Questo indica anche una certa sfiducia nei confronti dell’operato del governo, o perlomeno la sua scarsa influenza nel riuscire a creare prospettive di lavoro in Italia.

Nonostante un terzo degli intervistati non si esprima in merito, il 28% crede che questi provvedimenti sul mercato del lavoro andranno a beneficio delle sole imprese, il 20% li ritiene svantaggiosi sia per le imprese sia per i lavoratori e il 16% vantaggiosi per entrambi.