Pd e Forza Italia giocano la partita del Quirinale

Quirinale: la scelta del prossimo Presidente della Repubblica è la prima sfida che il Parlamento dovrà affrontare nel 2015.

L’ultima volta in assenza di qualsiasi trama e accordo tra forze parlamentari la (non) soluzione ha riportato al nome del presidente uscente Giorgio Napolitano: per la prima volta nella storia della Repubblica è stato rieletto un Presidente.

Questa volta c’è chi scommette che un’intesa si troverà e chi, come lo storico Macaluso, è pronto a giurare che sarà un’altra elezione difficile.

Qurinale, Renzi “Baresi candidato? Salvini posa il fiasco”

“Con tutto il rispetto per Franco Baresi… posa il fiasco, metti da parte la bottiglia. Riferito a Salvini, naturalmente”. Così il premier Matteo Renzi a Rtl commenta il nome del calciatore Franco Baresi fatto da Matteo Salvini per il Quirinale.

Guerini: per Quirinale non avremo sabotatori

La scelta per il Colle? Lo strumento dell’ elezione a scrutinio segreto “si presta a giochi, tranelli, a comportamenti che vanno nella direzione di sabotare un percorso invece di costruirlo. Ma dallo scorso anno lo sappiamo tutti cosa può accadere. Credo che ciascun parlamentare vorrà dimostrare al paese di avere compreso la lezione”. Così il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, intervistato da Repubblica, esclude la possibilità di ‘franchi tiratori’ nel suo partito. Quanto all’apertura del Cavaliere su un candidato dem, “Berlusconi – sottolinea Guerini – ha detto che Forza Italia è disposta a votare un candidato del Pd o indicato da noi, che risponda alle caratteristiche di autorevolezza e di competenza. Dopo di che si tratterà di verificare questo atteggiamento nel percorso parlamentare”. E al giornalista che gli chiede se, a suo avviso, il Cav abbia il controllo sul suo partito o se in Fi siano tutti in libera uscita dice: “non credo che Berlusconi abbia fatto una dichiarazione impegnativa a cuor leggero”.

 

Romani (Forza Italia): dura accordarsi se vogliono uomo PD

Il candidato per il Colle? Penso «sia molto difficile che ci si metta d’accordo su una figura espressione del Pd». Il capogruppo di Fi al Senato Paolo Romani torna così sulle dichiarazioni di Silvio Berlusconi su un nome dem per il Quirinale e, in un’intervista a Repubblica, sottolinea: «andiamoci cauti con l’apertura al candidato Pd». «Lo spirito del Nazareno non prevede imposizioni. Ma una consultazione che porti alla scelta di una figura di garanzia», «questo è il senso dell’intervento del presidente Berlusconi. Per essere chiari, vorremmo che il prossimo inquilino non entrasse a gamba tesa nella politica di tutti i giorni, come avvenuto troppo spesso in passato». L’ex ministro allo sviluppo economico sottolinea poi il ruolo nelle riforme di Forza Italia, che l’altra notte ha garantito il numero legale per inserire in calendario l’Italicum dal 7 gennaio: «ci siamo dimostrati ancora una volta responsabili. E decisivi, come in almeno altre due occasioni sulle riforme. Senza di noi quel passaggio non sarebbe stato possibile». E alla domanda se ora Fi si aspetti in contropartita il coinvolgimento sul Colle il capogruppo risponde: «non è negli accordi, ma nello spirito del Nazareno».