Il fratello di Sergio Mattarella “Io non l’avrei invitato Berlusconi”

Parla Antonino Mattarella il fratello di Sergio Mattarella, dodicesimo Presidente della Repubblica che stamattina dopo aver giurato sulla Costituzione ha tenuto il suo primo discorso davanti al Parlamento riunito in seduta comune. Il fratello del Capo dello Stato invia una sorta di monito, per restare in tema quirinalizio, al Presidente: “Sergio si deve guardare dai politici. È un uomo di profondissima cultura, cosa non comune tra gli uomini politici italiani. Non mi permetterei di dargli consigli tranne uno: continui a fare quello che ha fatto sino ad ora”. Così Antonino Mattarella, fratello del nuovo Capo dello Stato, in un’intervista a Repubblica.

“Ero convinto che Presidente sarebbe dovuto diventare la volta precedente perché Sergio è l’ uomo giusto al posto giusto”, dice Mattarella, che oggi non sarà a Roma per il giuramento. “Ma l’altra volta ci fu il veto di Berlusconi, Bersani offrì una terna e lui disse no. Io non l’ avrei invitato Berlusconi domani”.

Mattarella torna sulla vicenda dei prestiti ricevuti in passato da Enrico Nicoletti, considerato ‘il cassiere della banda della Magliana’: “È una vicenda assurda di 25 anni fa. Lo stesso pm che l’aveva aperta ha chiesto poi l’archiviazione che il giudice ha controfirmato. Cosa dovrei aggiungere su una storia che non esiste da un punto di vista giudiziario? Non ne voglio parlare più, gli ho creato già abbastanza problemi a Sergio con queste ‘buttanate’.

La famiglia Mattarella

Sul fratello Piersanti, “Non avrei mai pensato a una tragedia del genere”, afferma Mattarella. “Ucciso solo dalla mafia? E la matrice politica? Voleva rompere equilibri, appalti”.

 

In merito alle presunte amicizie mafiose del padre, Bernardo, “hanno tutti rettificato e l’ unico che non l’ha fatto è stato Danilo Dolci che è stato condannato”, afferma Mattarella. “Mio padre è sempre stato avversato da gente come gli esattori Salvo di Salemi, da Salvo Lima. Poi di tutta quell’epoca l’unico che ha pagato il conto è stato Vito Ciancimino che era l’ultima ruota del carro”.