“Una parola è poca…” Analisi linguistica del discorso di insediamento del dodicesimo Presidente della Repubblica Mattarella

Analisi linguistica del discorso di insediamento del Presidente Mattarella. Un presidente amato da tutti: sembrava impossibile, soprattutto dopo un mandato fortemente politico come il secondo di Napolitano. Eppure, già all’indomani dell’elezione sono in molti a riconoscere la particolare felicità della scelta di Sergio Mattarella.

Il suo discorso di insediamento ha infatti raccolto il plauso non solo degli elettori più convinti, ma anche di chi sulla nomina dell’ex democristiano si era mostrato critico quando non fermamente contrario.

Ma quale formula magica ha impiegato il nuovo presidente per compiere il miracolo?

Grazie ai software sviluppati dall’ItaliaNLP Lab dell’Istituto di Linguistica Computazionale “Antonio Zampolli” abbiamo potuto setacciare il discorso di insediamento con gli strumenti dell’analisi linguistica, separando gli ingredienti e isolando i sapori: ecco cosa abbiamo scoperto.

Mattarella, consapevole di non parlare soltanto alle Camere ma a tutta l’Italia, si affida ad un linguaggio semplice e sobrio: il suo discorso totalizza infatti 51 punti sull’indice di leggibilità GULPEASE e risulta di facile comprensione per chiunque abbia conseguito un diploma di scuola superiore. A colpire è soprattutto la brevità dei periodi, che contengono – in media –  soltanto 19 parole: una immediatezza sintattica che, sul piano squisitamente formale, avvicina la retorica mattarelliana più a quella di un Grillo che di un Renzi. Anche la scelta delle parole si orienta nel 74% dei casi sul Vocabolario di Base, confermando l’impressione che la comunicazione sia rivolta più ai cittadini che alle istituzioni.

 ANALISI DELLA LEGGIBILITA’

 

Come sempre, le notazioni più interessanti arrivano però dall’estrazione terminologica.

Il discorso mira chiaramente a ristabilire una fiducia nello Stato che si ritiene, evidentemente, perduta: diritto, volto, speranza, libertà e nuovo sono infatti i cinque lemmi più frequenti in ordine di rilevanza. La parola diritto, in particolare, compare ben 13 volte, sempre ad indicare qualcosa che agli italiani è dovuto ma non è stato, in questi anni di crisi, sufficientemente garantito (studio, lavoro, salute, futuro…).

Passando all’estrazione contrastata, che riordina i termini più frequenti eliminando quelli più comunemente usati, possiamo identificare tre locuzioni che potrebbero assumere grande importanza nell’azione politica del Presidente: giovane parlamentare, risorsa della società, comunità nazionale; non è escluso che proprio Mattarella riesca finalmente a coinvolgere nel discorso politico anche i parlamentari eletti dal Movimento 5 Stelle.

FIGURA 2 – ESTRAZIONE TERMINOLOGICA CONTRASTATA

 

La proiezione della leggibilità sul testo, infine, rivela una grande sicurezza quando si parla in generale delle garanzie costituzionali da ripristinare o ribadire; il discorso si fa invece più intricato quando si tratta di riforme costituzionali (“con l’obiettivo di rendere più adeguata la nostra democrazia”, è la fumosa dicitura) e di rimozione degli ostacoli alla piena parità dei diritti civili, nodo che evidentemente sta a cuore al Presidente ma si preannuncia di difficile scioglimento.

FIGURA 3 – PROIEZIONE DELLA LEGGIBILITA’

 

Si tratta in definiva di un documento all’apparenza semplice e diretto, ma in realtà accuratamente confezionato per ottenere due scopi: recuperare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e riavvicinare le frange del parlamento meno disponibili al dialogo. Saranno queste, con ogni probabilità, le due direttrici principali della prima fase della presidenza Mattarella.

Giovanni Laccetti


Le analisi linguistiche all’interno di questo articolo sono state realizzate con software sviluppati da ItaliaNLP Lab – www.italianlp.it, Istituto di Linguistica Computazionale “A. Zampolli” (ILC) – www.ilc.cnr.it, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), area di Pisa.