Kyenge: Calderoli assolto per avermi insultato. Istituzioni non mi sono state vicine

Kyenge a Brescia, tensioni in piazza

L’aveva definita ‘orango’, tempo fa. Calderoli nei confronti dell’ex Ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge. Un’offesa che da più parti dell’emiciclo parlamentare aveva fatto sorgere proteste. Eppure secondo la Giunta del Senato le parole del membro della Lega Nord non sono ‘razziste’, bensì ‘insindacabili’. Hanno votato a favore dell’insindacabilità e basta (quindi nessuna autorizzazione a procedere) Nuovo Centrodestra, Forza Italia, autonomie ed addirittura Partito Democratico. Sì, il partito di provenienza della Kyenge.

Cocente la notizia per l’ex ministra del Governo Letta, che si confida in un’intervista a La Repubblica: “Sono stata sorpresa”, afferma. In un secondo momento “triste. Non per me. Vorrei uscire da questa logica perché non stiamo valutando Calderoli come persona. Io lui l’ho perdonato. Quello che bisogna capire è se queste parole possano essere usate in un dibattito politico normale o se siano semplicemente espressioni razziste. Non è compito del Senato assolvere Calderoli. È come se quell’insulto fosse stato fatto a un paese intero per la seconda volta”.

Indispettita dalla poca solidarietà che nel suo partito si è palesata, la Kyenge ha sostenuto di essersi sentita abbandonata dal Pd: già, “anche dal Pd. Ma è una questione trasversale, mi aspettavo di più da tutti. Ancora oggi ho una decina di cause che ho deciso di seguire personalmente. Devo ringraziare la magistratura, che è molto avanti. Un consigliere regionale leghista è stato condannato a una multa di 150mila euro per aver sostituito il mio volto con quello di un orango in una foto istituzionale. E sa perché posso dire che la Lega è un partito razzista? Perché sono stati loro a pagargli l’avvocato.

Sono le azioni, non le parole, che la qualificano come tale. Sfruttano la crisi. Le persone hanno paura, cercano un colpevole, e il colpevole perfetto diventa quello che ti stanno offrendo. Molti partiti fanno coscientemente quest’operazione per dividere la società. Mi rammarica la mancanza di coraggio della classe politica e delle istituzioni”. Una mancanza di vicinanza e solidarietà da parte delle istituzioni che Kyenge rimarca nuovamente: “Com’è possibile che non ci si soffermi sui danni culturali di questi episodi? Mi sarei aspettata appoggio e sostegno da parte delle istituzioni”, sottolinea ancora, concludendo l’intervista.