Circoli del Pd romano contro Matteo Orfini: “La smetta di insultarci”

pd romano orfini

Come noto il Pd romano è sotto commissariamento a causa degli scandali che lo avevano coinvolto nell’inchiesta Mafia Capitale: ad oggi, a seguito della recente richiesta – non ben accolta dal presidente Matteo Orfini – di alcuni circoli del Pd di Roma di convocazione anticipata del congresso cittadino e di rendere noti i dati sull’operazione “Pulizia”, che riguarda anche loro, è caos.

Infatti proprio stamattina 40 coordinatori dissidenti hanno inviato una nuova lettera ad Orfini chiedendogli, in sostanza, di giustificare le sue accuse contro di loro: “Come e’ possibile che la legittima richiesta di una assemblea democratica dia luogo ad accuse immotivate, a veri e propri insulti?”. “In condizioni di serenità e rispetto reciproco – si legge sulla lettera dei dissidenti che si sono riuniti presso la sede del circolo Pd di Trastevere – a una richiesta simile si risponde nel merito, si convoca l’assemblea e li’ si discute apertamente. Invece ci siamo trovati di fronte a dichiarazioni strumentali, in cui ci vengono attribuite posizioni opposte a quelle da noi avanzate e ci vengono rivolte accuse del tutto infondate”.

 

Le accuse di Matteo Orfini

Le accuse loro rivolte sono quelle di “tesseramenti falsi e pilotati che servono solo a gestire i congressi”, ma loro invece sostengono di essere “quelli che le correnti e le cordate le hanno sempre combattute a viso aperto, e che hanno denunciato i fenomeni di degenerazione facendo nomi e cognomi, proponendo soluzioni concrete per garantire più partecipazione e più democrazia”. Inoltre i 40 ricordano al presidente Pd  che il commissariamento, deciso dal segretario del Pd Matteo Renzi, “riguarda soltanto gli organi esecutivi (segretario e segreteria) mentre l’assemblea, la direzione e la commissione di garanzia mantengono tutte le loro prerogative, le loro funzioni e le loro responsabilità” e che la convocazione dell’assemblea era stata richiesta proprio per iniziare il percorso verso il congresso “con una richiesta firmata da oltre il 10% degli aventi diritto in ottemperanza a quanto disposto dal regolamento”. “Di fronte a questa richiesta, senza minimamente provare a contestare il nostro diritto a chiedere la convocazione dell’assemblea, Orfini e poi Giuntella, hanno tentato di attribuirci posizioni politiche che non abbiamo mai avanzato e ci hanno rivolto accuse prive di ogni fondamento, mistificando e ribaltando le nostre vere motivazioni”.

I dissidenti: “Roma merita comportamenti politici di ben altro livello”

Vogliamo un cambiamento vero, non consentiamo di assegnarci il ruolo di chi ha paura del cambiamento e rifiutiamo una operazione di semplice redistribuzione del potere nella quale vengono divise le spoglie di coloro che sono stati colpiti dalle inchieste giudiziarie”, continuano i 40 nella lettera. Ulteriori richieste a Giuntella riguardano poi “il rispetto di ogni opinione democraticamente espressa” e la speranza “che si possa svolgere una discussione serena guardando soprattutto agli interessi della città di Roma che merita comportamenti politici di ben altro livello”.