Olimpiadi 2024 e i dolori dell’amministrazione capitolina

La candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 potrebbe essere la scossa che ci vuole per il rilancio, dopo il pantano di ‘Mafia Capitale’. Ma il rischio della mancata candidatura ai giochi è alto, proprio per via della vicenda giudiziaria. Ed Ignazio Marino si deve barcamenare, come solitamente in questi ultimi tempi, per due diverse vie.

Fabrizio Panecaldo, capogruppo del Pd in Aula Giulio Cesare, è sicuro: il Comune guidato da Marino porterà le carte necessarie per candidare Roma alle Olimpiadi. Le forze in campo non sono esclusivamente quelle del Pd, aggiunge Panecaldo: “da settimane, infatti, le forze politiche di maggioranza e di opposizione stanno condividendo, anche nei dettagli, l’atto consiliare che verrà posto in discussione”. Inoltre, conclude Panecaldo, “dopodomani è prevista una ulteriore riunione con tutti i capigruppo per verificare e analizzare insieme le proposte e le idee fornite da tutti i consiglieri capitolini. Sono dunque convinto che questa sarà una bella pagina per Roma”.

Ma le preoccupazioni di Giovanni Malagò, da due anni alla presidenza del Coni, sono sempre più palesi. Perplessità anche per via di Mafia Capitale che rischia di gettare fango su tutta la città: dalla classe politica al tessuto imprenditoriale, per quindi cascare a pioggia sui cittadini. Un’inchiesta che quindi può minare la candidatura alle Olimpiadi. Sembra che la tenuta politica sia sul filo del rasoio, in Campidoglio. E dovrebbe proprio essere il Consiglio Comunale a proporre la candidatura della città al Coni. “Ma se salta la dead line di fine giugno per l’approvazione della mozione in consiglio comunale, la probabilità che salti tutto è quasi una certezza”, si lasciano scappare dagli ambienti vicini al comitato promotore. Intanto il M5S ha detto che non presenzierà alla capigruppo sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi: “perchè ci sembra assurda in una città travolta dallo scandalo Mafia Capitale e che non riesce neanche a garantire i servizi essenziali ai cittadini. Quindi voteremo no alla mozione che arriverà in Aula”.

Un circolo vizioso, quindi. Da una parte una manifesta impreparazione, evidenziata dalla situazione giudiziaria. Dall’altra una chance per ripulirsi dalla macchia di Terra di Mezzo. Un abbraccio che può rivelarsi fatale, facendo saltare tutto.

Daniele Errera