Situazione Crimea: il blackout e la continua tensione tra Russia ed Ucraina

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Il blackout elettrico che ha colpito la Crimea tra il 21 ed il 22 novembre rappresenta solo l’ultimo capitolo della tensione tra Russia ed Ucraina, a più di un anno e mezzo dal controverso referendum con cui la popolazione della regione voto per l’annessione alla Federazione Russa.

Secondo quanto dichiarato dalle autorità, la fornitura di elettricità è stata interrotta a causa del danneggiamento di alcuni piloni. Una situazione che – secondo le informazioni dell’agenzia di stampa Tass – avrebbe lasciato al buio più di un milione e mezzo di cittadini, ma che potrebbe risolversi nelle prossime ore.

Secondo quanto rivelato da fonti parlamentari russe, l’attentato potrebbe essere stato condotto da nazionalisti ucraini. Bandiere tatare sono state ritrovate vicino ai piloni danneggiati, stando alle foto circolate sui social networks.

Situazione Crimea: persiste la tensione tra Russia ed Ucraina

Ciò che è certo è che nella regione la tensione resta alta. Nello scorso fine settimana l’area oggetto del danneggiamento è stata luogo di scontri tra gli attivisti Tatari – minoranza della popolazione di Crimea contraria all’annessione alla Russia – e i gruppi di polizia paramilitare locale.

Secondo quanto riportato dai media russi, agli scontri avrebbero partecipato anche membri di Pravy Sektor, la formazione di estrema destra nazionalista ucraina in lotta da tempo contro i separatisti filorussi ed impegnata in operazioni parallele a quelle condotte dall’esercito di Kiev. Le stesse autorità ucraine – secondo quanto rivelato sempre dalla Tass – avrebbero rifiutato il sostegno di Mosca nell’attività di riparazione dei piloni danneggiati.

Il blackout arriva a poche settimane dalle nuove dure dichiarazioni del presidente ucraino Petro Poroshenko, che ha paragonato l’annessione della Crimea all’Anschluss con cui Hitler inglobò l’Austria al Terzo Reich nel 1939. Lo stesso Poroshenko ha rincarato la dose durante la recente visita a Roma, avvertendo la comunità internazionale della necessità di non fidarsi del ruolo svolto da Vladimir Putin in Siria, annunciando anche l’obiettivo di una futura riconquista della Crimea “per vie politiche”, senza operazioni militari.