Prezzo petrolio ed economia: l’Arabia Saudita rischia grosso

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Prezzo petrolio: l’Arabia Saudita è in difficoltà

La guerra di nervi sul petrolio rischia di mettere a serio rischio le casse saudite. Questo è quanto emerge dall’analisi degli ultimi dati dell’economia del regno relativi all’anno 2015 in fase di conclusione, diffusi negli ultimi giorni dal Ministero delle Finanze saudita. Una situazione che è diretta conseguenza della scelta di Riyad di mantenere una linea intransigente in merito all’oro nero, rifiutando di tagliare la produzione e spingendo il prezzo al barile sotto quota 37 dollari, toccando il minimo da anni.

Le entrate complessive del Paese risultano in sensibile calo (-15%), soprattutto a causa del crollo degli introiti relativi al petrolio (-23%) a fronte di un aumento complessivo delle altre entrate non relative all’oro nero (+29%).

Prezzo Petrolio: l’Arabia Saudita non vuole mollare

Tuttavia, nonostante i dati negativi, Riyad sembra non avere alcuna intenzione di cambiare linea. A dimostrarlo sono le previsioni del dicastero delle Finanze per il 2016, che prospettano un altro bilancio in rosso, con un deficit di oltre 325 milioni di riyal, che si andrebbero ad aggiungere ai 367 previsti per l’anno in chiusura.

L’Arabia Saudita si prepara dunque a proseguire la guerra di nervi. Nel farlo, il Regno ha approntato un piano di tagli di spesa per 135 milioni rispetto al 2015, a fronte di un previsto calo delle entrate di quasi 100 milioni. Decisioni sofferte ma che, evidentemente, sembrano un sacrificio sopportabile pur di cogliere il successo di una linea dura dall’obiettivo duale, puntando a far fuori da un lato i produttori di shale gas (USA in primis) e, dall’altro, i nuovi concorrenti sul versante petrolifero: Russia e, soprattutto, il redivivo Iran sciita.