Situazione Russia: oltre un milione di malati di AIDS

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Situazione Russia: oltre un milione di malati di AIDS

Un milione di persone in Russia sono malate di AIDS. Le autorità di Mosca hanno registrato il milionesimo caso nei giorni scorsi: è una donna di 26 anni che vive nel sud del paese.

Dal 1987, anno in cui fu diagnosticato il primo caso, circa 204.000 persone sono morte in Russia in seguito al contagio del virus. Sono 24.000 i malati di AIDS che hanno perso la vita nel 2014: la metà di loro è deceduta come diretta conseguenza del virus. Non ci sono ancora numeri ufficiali per il 2015 ma un aumento delle morti legate alla malattia è dato per scontato dagli esperti.

Situazione Russia: Aids, stime fin troppo ottimistiche?

Un milione di malati, dunque. O meglio: almeno un milione. Le cifre sarebbero infatti pericolosamente più alte. In un’intervista rilasciata all’agenzia Reuters, Vadim Pokrovsky, capo dell’agenzia russa che si occupa di monitorare la diffusione del virus, ha affermato che il numero di malati di AIDS potrebbe aggirarsi intorno al milione e mezzo. Si tratterebbe dell’1 per cento dell’intera popolazione russa.
Nei primi anni del nuovo millennio, mentre in quasi tutto il mondo il numero di infezioni da HIV scendeva, in alcune zone si andava in controtendenza: Europa dell’Est, Asia Centrale e Russia. Tolta l’Estonia, la Russia è la nazione europea con più casi di contagio in rapporto alla popolazione.

Uno studio del 2012 metteva la Russia in testa ai paesi con il più alto numero di consumatori di droga per via endovenosa: sarebbero circa un milione e ottocentomila. Un tossicodipendente su cinque vive con il virus, secondo i dati elaborati da Pokrovsky.

“Purtroppo le misure che abbiamo messo in campo si sono chiaramente rivelate inefficaci” ha commentato Pokrovsky. La Russia ha stanziato quaranta miliardi di rubli (poco meno di mezzo miliardo di euro) per la lotta all’AIDS. Secondo Pokrovsky, di miliardi ne servirebbero almeno un centinaio. Solo il 30 per cento dei contagiati riceve farmaci antiretrovirali.

Antonio Scafati