Possibile: La Convenzione fiscale tra Italia e Vaticano è un condono tombale

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Possibile: La Convenzione fiscale tra Italia e Vaticano è un condono tombale

“La Camera si accinge a ratificare la convenzione fiscale tra lo Stato e Vaticano, firmata nell’aprile 2015. In questa convenzione è contenuta una sorta di sanatoria tombale per quanto riguarda il pagamento di alcuni immobili di proprietà della Santa Sede. Un ampio elenco di immobili che produrrebbero gettito Imu, Ici, Tari, Tasi, ecc… Quello che chiediamo al governo di chiarire è a quanto ammonterebbe questa sanatoria. Si parla di chiudere tutti i contenziosi aperti tra lo Stato italiano e il Vaticano per il pagamento di alcuni tributi. Noi chiediamo di sapere di quali importi parliamo”. A dirlo ai microfoni di Radio Cusano Campus è Andrea Maestri, deputato di Alternativa libera-Possibile.

La convenzione fiscale a cui fa riferimento Maestri (la si può trovare qui) è stata annunciata dal governo come il primo accordo bilaterale sullo scambio di informazioni sottoscritto dallo Stato della Città del Vaticano con un altro Paese (il secondo è stato quello firmato dalla Santa Sede con gli Stati Uniti, il 10 luglio scorso).

Convenzione fiscale, l’articolo contestato

Ma a cosa si riferisce Maestri quando parla di sanatoria tombale? Il deputato di Possibile si riferisce all’articolo 6 contenuto nell’accordo e che mettiamo qui di seguito.

Articolo 6 (Attuazione dell’articolo 16, alinea primo, del Trattato del Laterano)

1. In attuazione dell’articolo 16, alinea primo, del Trattato del Laterano, sottoscritto l’11 febbraio 1929, gli immobili indicati negli articoli 13, 14, 15 e 16 del Trattato stesso non possono essere assoggettati a vincoli o ad espropriazioni per causa di pubblica utilità, se non previo accordo con la Santa Sede, e sono esenti da tributi sia ordinari che straordinari, presenti e futuri, tanto verso lo Stato quanto verso qualsiasi altro ente, senza necessità di ulteriori e specifiche disposizioni di esenzione.

La richiesta di Possibile è netta: “Chiediamo al Governo di spiegarci quanti e quali tributi vengono abbonati al Vaticano ( e alle sue spesso opache propaggini finanziarie, leggere Via Crucis e Avarizia per credere) e soprattutto qual è l’entità del minor gettito fiscale perché togliere dal bilancio del Comune di Roma o da quello statale ICI, IMU, TASI, TARI ecc. significa aggravare pesantemente bilanci già esangui”.

Secondo il Gruppo Re, da sempre vicino alla Chiesa nel campo del mattone, il 20% del patrimonio immobiliare del nostro Paese sarebbe in mano alla Chiesa cattolica.