Referendum Costituzionale: la simulazione di Ipr

referendum costituzionale

L’affluenza è stato il vero nemico dei promotori per il sì alla consultazione del 17 aprile. L’affluenza sarà probabilmente l’ago della bilancia anche per il referendum costituzionale di ottobre. A dirlo è la previsione realizzata da Ipr sulla base del risultato del referendum sull’estrazione di idrocarburi di domenica scorsa.

Ipr ha delineato tre scenari possibili, così definiti:

Referendum costituzionale: scenario 1

Con la previsione del 54% di affluenza ad ottobre (la percentuale è simile alla partecipazione ottenuta nelle scorse elezioni regionali del 2015) la stima di coloro i quali potrebbero essere a favore della riforma costituzionale sarebbe del 55%. Una percentuale di consenso non così ampia oggi da far ritenere una vittoria sicura e certa in autunno.  

Referendum costituzionale: scenario 2

Se invece l’affluenza scende al 50% (percentuale comunque corposa per un referendum) lo scenario fa registrare un testa a testa tra i SI (51,8%) alla riforma ed i NO (48,2%).

Referendum costituzionale: scenario 3

La terza ipotesi prevede l’affluenza in calo al 45%. In questo caso i NO alla riforma supererebbero i SI: 53,8% contro 46,5%. La proiezione è stata elaborata presupponendo degli assiomi, cioè che il 90% dei votanti “Si” al referendum delle trivelle possa votare contro la riforma costituzionale e che al contempo tutti i “nuovi elettori” che non hanno partecipato al referendum trivelle e che si recheranno alle urne ad ottobre potranno votare in massa a favore delle riforme.

Referendum costituzionale: analisi

Intenzioni di voto ai referendum ed intenzioni di voto alle politiche e amministrative, sono due campi ben distinti, spiega Ipr nella sua analisi. “Infatti nelle consultazioni referendarie generalmente si reca al voto un elettorato più attivista che segue in misura maggiore la politica e che dà più peso ai propri valori ideologici e convincimenti. Pertanto il profilo del “votante” è mediamente più “estremista” rispetto alla media degli elettori che si reca alle urne alle politiche e amministrative”. A giocare un ruolo decisivo sarà la narrativa che i comitati del sì e del no intraprenderanno nei prossimi mesi.