Sondaggi USA 2016: elettori delusi (ma sempre più informati)

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Sondaggi USA 2016: elettori delusi (ma sempre più informati)

I cittadini statunitensi sono sempre più coinvolti nella campagna elettorale, sebbene ne abbiano un’opinione piuttosto deludente. A dirlo è l’ultimo sondaggio condotto da Gallup, che tratteggia l’identikit di un elettorato progressivamente più attento – con l’avvicinarsi della fine della battaglia per le primarie e delle definitive nomination per la Casa Bianca, in vista dell’election day di novembre – ma anche piuttosto deluso dallo svolgimento dell’intero processo elettorale.

Secondo Gallup, l’interesse degli elettori statunitensi è progressivamente aumentato negli ultimi mesi, passando dal 69% di gennaio al 79% di maggio, con una netta crescita di coloro che sono “molto attenti” alla campagna elettorale (passati dal 31 all’attuale 39%).

Prendendo in considerazione solo quest’ultima fetta di elettorato e suddividendola per affiliazione partitica, si nota un maggior interesse nei simpatizzanti di entrambi i principali partiti, sebbene resti maggiore tra i repubblicani (47%, +7 rispetto a gennaio) rispetto ai democratici (39%, +9).

Per quanto riguarda invece la stratificazione sociale, i più interessati risultano gli uomini, le persone con un grado elevato di istruzione, gli over 50, i bianchi e i conservatori.

Sondaggi USA: un processo elettorale non soddisfacente

Ma il maggiore interesse sembra andare in controtendenza rispetto ai giudizi espressi sulla campagna elettorale. Ad esserne soddisfatto è meno di un elettore su 3, sia tra quelli vicini al GOP (29%) che tra i simpatizzanti dem (28%).

Negli ultimi mesi, il dato ha fatto registrare un netto calo soprattutto tra gli elettori vicini al partito repubblicano. Basti pensare che a gennaio quasi la metà di loro (46%, +17 rispetto al dato attuale) credeva che il processo elettorale stesse funzionando correttamente.

 

La picchiata va ricondotta soprattutto al periodo tra marzo ed aprile in cui – come sottolineato anche da Gallup – la campagna per le primarie repubblicane ha assunto toni piuttosto forti e divisivi, anche e soprattutto per “merito” di Donald Trump, i cui elettori si dimostrano (ovviamente) tra i più soddisfatti (35%, contro il 23% di chi preferirebbe un altro candidato GOP).

Ma anche tra i democratici si registra un calo – sebbene inferiore – soprattutto nell’ultimo trimestre. Su questo versante, i giudizi più negativi arrivano (anche qui, senza particolari sorprese) dagli elettori di Bernie Sanders che – scottati dalla questione dei “superdelegati”, che amplia a dismisura il gap tra il senatore “socialista” e l’ex first lady Hillary Clinton, spingendo parte dei sostenitori di Sanders a parlare addirittura di “storture nel processo democratico” – si dichiarano scarsamente soddisfatti (solo il 17% di giudizi positivi, meno della metà del 39% registrato tra i simpatizzanti della Clinton).