Elezioni comunali, l’analisi Demopolis: l’emorragia PD nelle maggiori città

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Elezioni comunali, l’analisi Demopolis: l’emorragia PD nelle maggiori città

Oltre 2 milioni di astenuti e appena un italiano su 2 che esprime la preferenza per una specifica lista, con un PD in netto affanno ed un M5S tra luci ed ombre. Sono questi i punti chiave dell’analisi del voto compiuta da Demopolis, con specifico riferimento alle 4 maggiori città interessate dalla consultazione di domenica 5 giugno: Roma, Milano, Napoli e Torino.

Con particolare riferimento all’affluenza, Demopolis sottolinea come il 44% degli aventi diritto al voto nelle 4 città in esame abbia preferito rifugiarsi dell’astensione. Un dato che, aggiunto ad un 7% che ha preferito esprimere un voto solo per il candidato sindaco o un voto non valido, fa sì che la percentuale di italiani che hanno tracciato una preferenza per le liste sia pari al 49% del corpo elettorale passivo, cioè addirittura meno della maggioranza assoluta.

Entrando nello specifico, l’affluenza nelle 4 città si attesta tra il 54% di Napoli ed il 57% di Roma, che è anche l’unica città ad incrementare il tasso di votanti, con un +5%. A fare il più consistente passo indietro è invece Milano, con un -13% rispetto al 2011.

Elezioni comunali, l’analisi Demopolis: luci ed ombre per il M5S

Per quanto riguarda i flussi elettorali, rilevante è l’emorragia registrata dal PD a Roma, in calo sia rispetto alle precedenti comunali (-67 mila voti) che soprattutto rispetto alle politiche 2013, con quasi 260 mila voti in meno.

Diverso è invece il trend del M5S, che perde 24 mila voti rispetto alle politiche ma triplica il proprio peso rispetto alle amministrative precedenti, passando da 131 mila a 412 mila voti.

L’andamento del PD si replica in egual maniera anche a Milano, con il partito del premier in calo sia rispetto alle precedenti amministrative (-62 mila) che alle politiche 2013 (-24 mila).

Anche per il M5S il trend è lo stesso di Roma, con un calo rispetto all’exploit elettorale delle politiche (-69 mila voti) ma un voto quasi triplicato rispetto alle amministrative 2011, passando da 20 mila a 53 mila voti.