Il calderone politico del Centrodestra: Berlusconi pensa a Luca Zaia

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Il calderone politico del Centrodestra: Berlusconi pensa a Luca Zaia

Sono ore ribollenti quelle che seguono le indomite scissioni del Centrosinistra. La lente d’ingrandimento dello scenario politico italiano mostra il debutto formale in Parlamento del nuovo gruppo Democratici e Progressisti e il rilancio di Sinistra Italiana, con il recente Congresso tenutosi a Rimini. Se il PD esaspera ancor più la sua diatriba interna polarizzata in una sorta di incontro di fioretto e sciabola tra l’ex segretario Matteo Renzi e Massimo D’Alema, con le primarie del 30 d’aprile a far da proscenio, il Centrodestra è invece alla spasmodica ricerca di un orientamento definito e di una stabilità di potere.

C’è vita nel Centrodestra?

Silvio Berlusconi ha mostrato di non voler rinunciare a nessuna fetta della torta tenendo ancora saldo lo scettro di quello che un tempo fu il primo partito per espressione liberale e conservatrice d’Italia. Eppure, ad oggi, la giurisprudenza lega le mani dell’ex cavaliere di Arcore per ciò che concerne la sua candidatura quale presidente del Consiglio con riferimento alle prossime elezioni politiche. Unica possibile soluzione: una sentenza favorevole da parte della Corte di giustizia europea, attualmente, di là da venire. I tempi per trovare una quadra del cerchio per la coalizione non sono tuttavia infiniti. Variabili fondamentali da considerare saranno il termine della legislatura e l’impianto della legge elettorale.

Quello che la Corte costituzionale ha creato per la Camera dei Deputati (per il Senato è altra storia) è un sistema d’elezione che per adesso predilige un proporzionale tipico, con sbarramento al 3 per cento, ibridato ad premio di maggioranza per la lista vincitrice che superi la soglia del 40% delle preferenze. Se il Parlamento non legiferasse in favore di un cambiamento di massima di tale struttura, tutte le forze politiche dovrebbero contare sulle proprie risorse singole, presentando candidati e programmi credibili lontani da fazioni allargate e caotiche. Questo è ben chiaro a tutti i principali attori del Centrodestra: Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

L’idea di B per il Centrodestra ha nome e cognome: Luca Zaia

La proposta che non ti aspetti, da parte di Berlusconi, è arrivata ieri nel corso della trasmissione Notizie Oggi andata in onda su Canale Italia: “Se Berlusconi non potrà tornare in campo, il Centrodestra dovrà trovare qualcuno al suo interno. Il Governatore del Veneto Luca Zaia si sta comportando molto bene. Dico Zaia o qualcun altro in grado di emergere e convincere tutti”.

Piccate le risposte del diretto interessato il quale, declinando la cosa, ha definito l’ipotesi una “manfrina”, volta a sparigliare le carte di un partito, la Lega Nord, ormai più forte e coeso di Forza Italia. Ed effettivamente la stoccata dell’ex premier potrebbe non essere stata soltanto una degna attestazione di fiducia per il bene dello schieramento, quanto un dardo avvelenato per frenare l’ascesa di Salvini e compagni.

Dal canto suo, il Governatore del Veneto è stato netto: “Pur apprezzando la dimostrazione di stima, questa storia sta penalizzando i veneti. Perché, quando si va a trattare qualcosa, la sensazione è che ci sia sempre un retropensiero”. Forte e chiaro è stato anche il caveat del segretario federale del Carroccio: “Se qualcuno pensa di mettere zizzania nella Lega facendo nomi, ha sbagliato a capire. Perché, a differenza degli altri, noi siamo una squadra”.

Riccardo Piazza