Sondaggio Demos per La Repubblica: ampia fiducia in Renzi, per il 51% possibile la democrazia senza partiti

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Sondaggio Demos per La Repubblica: ampia fiducia in Renzi, per il 51% possibile la democrazia senza partiti

L’edizione online di Repubblica pubblica un sondaggio realizzato da Demos che concentra la propria attenzione prima di tutto sul gradimento nei maggiori leader politici italiani, dove Matteo Renzi sbaraglia tutti gli altri con una fiducia al 74% (valore cresciuto di oltre dieci punti percentuali rispetto a maggio), con il leghista Matteo Salvini al secondo posto, fortemente in crescita ma percentualmente “doppiato” (38%) dal Premier, e ancora peggio vanno tutti gli altri, segnalando in particolare il dato riferito a Beppe Grillo, al 30%, ed a Berlusconi, al 27% (entrambi comunque in crescita rispetto a maggio).

Matteo Renzi, pertanto, all’indomani del trionfo alle Europee tocca il suo punto più alto negli ultimi due anni, facendo il pieno di consensi non soltanto nel suo partito (il 97% degli elettori PD ha fiducia in lui), ma anche nell’elettorato che alle Europee ha scelto le liste NCD-UDC e Scelta Europea (92%), entrambi attuali alleati di Governo. Gradimento superiore al 50% anche fra gli elettori di tutte le altre forze politiche, compresi coloro che hanno espresso il proprio voto per Forza Italia (65%), Lega Nord (64%) e Movimento 5 Stelle (57%). La fiducia si allarga inoltre, non soltanto verso il Presidente del Consiglio, ma anche nei confronti dell’intero esecutivo, passando in particolare dal 56% dell’insediamento di febbraio all’odierno 69%.

Se il PD di Renzi appare il partito secondo l’opinione di quasi tutti rafforzato dalle europee (lo sostiene l86% degli intervistati), mentre c’è più incertezza nel giudizio verso il risultato della Lega Nord, tutte le altre forze politiche appaiono secondo l’opinione pubblica indeboliti. Proprio questa percepita debolezza dei partiti nell’attuale quadro politico, porta probabilmente al risultato successivo del sondaggio Demos, dal quale emerge come la maggioranza degli italiani ritiene che la democrazia possa funzionare ugualmente anche senza partiti (51%), a fronte di un 45% che invece li ritiene necessari: un dato, il primo, cresciuto negli anni dal 39% del 2007 al 45% dello scorso anni fino al valore odierno.

Prestando attenzione invece alle motivazioni del voto alle elezioni del 25 maggio scorso, soltanto il 29% dichiara di aver votato in base ai temi europei, mentre oltre i due terzi legano il proprio comportamento di voto a questioni nazionali ed in particolare il 30% dichiara di aver votato in relazione alla fiducia nei confronti dei leader di partito (il 47% degli elettori del PD), il 27% sulla base delle sue idee, mentre non più di un quinto ha guardato ai programmi e circa uno su dieci alle idee del partito.

Per concludere, rimanendo su un altro tema in primo piano in queste settimane dopo gli scandali EXPO e Mose, secondo il sondaggio dell’istituto di Ilvo Diamanti il 51% ritiene che la corruzione sia più diffusa rispetto al periodo di Tangentopoli, dato particolarmente cresciuto rispetto al biennio 2010-2011, quando lo pensava poco più di un terzo degli italiani.