Sondaggi politici SWG: social network hanno creato un mondo peggiore

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Sondaggi politici SWG: social network hanno creato un mondo peggiore

Hanno fatto scalpore le dichiarazioni dell’ex CEO di Twitter sulle aspettative disattese dei social network. Questi sostiene: “Un tempo pensavoo che, se avessimo dato a tutti la possibilità di esprimersi liberamente e scambiarsi idee e informazioni, il mondo sarebbe diventato automaticamente un posto migliore”. Una prospettiva diametralmente distinta a quella di Umberto Eco. Il compianto semiologo affermò che internet aveva dato libertà di parola a una moltitudine di imbecilli. Frase estrapolata dal suo contesto originario e che fece ingiustamente scalpore (considerando il filone argomentativo proposto da Eco). Rimanendo, quindi, sul “valore della rete”, SWG pone – in uno dei suoi ultimi sondaggi politici – la seguente domanda ai suoi intervistati;

Secondo lei, in questi anni, il mondo è diventato…

Potendo scegliere tra “un posto migliore”, un “posto peggiore” o che sia rimasto uguale. La variazione va rapportata con lo sviluppo dei social network, considerando la frase riportata al principio sulle aspettative legate alla libertà di parola in rete.

Sondaggi politici SWG: viviamo in un mondo peggiore

Sembra non esserci scampo: la rete ha generato un mondo peggiore. È questo il risultato offerto dal sondaggio di SWG, stando alle impressioni del campione. Ben il 48% di questi risponde affermando che il mondo sia diventato “un posto peggiore”. Segue – un po’ distante – la percentuale di persone che ritengono che questi sia sempre uguale (corrispondente a quasi 1/3 degli intervistati, il 32%).

Sono davvero in pochi coloro che ritengono che i social network abbiano creato un mondo migliore. La risposta più ottimista e positiva viene marcata dall’11% del campione. Infine, un 9% dello stesso non sa esprimersi in merito o preferisce evitare di rispondere.

Analisi sondaggi politici: dove finisce la libertà di parola?

Tra i temi maggiormente discussi negli ultimissimi anni vi è la disinformazione prodotta – in molti casi – in maniera deliberata attraverso la rete. Le fake newsvi rimandiamo al nostro sondaggio sulla  non sono qualcosa di così nuovo come si possa pensare. Tuttavia, la loro capacità propagativa è diventata decisamente maggiore grazie all’orizzontalità della rete.

La maggior velocità a cui viaggia la società globale limita la capacità di controllo delle informazioni. Le fonti considerate autorevoli vengono sottoposte a critiche sempre maggiori e si creano canali di controinformazione. Nel clima d’incertezza e di accuse reciproche, unito alla superficialità della rete, sorge il gran dibattito attorno alla post-verità. Ma questa è un’altra storia e post-truth per approfondire ulteriormente il tema.