Liguria, spese pazze per due consigliere regionali: taxi, estetista, profumi…

Ci risiamo. L’ennesimo scandalo “spese pazze” questa volta ha colpito due donne, due consigliere regionali liguri. Sono Marylin Fusco, ex presidente della regione Liguria, e Maruska Piredda, ex hostess pasionaria di Alitalia. La loro carriera politica è storia recente: Marylin è stata eletta come consigliere lo scorso 2010 e in seguito nominata vicepresidente della giunta regionale Assessore all’Urbanistica; poi, nel 2012, la Fusco ha aderito a “Diritti e Libertà”, diventandone capogruppo in consiglio. La Piredda invece, dopo le note battaglie con Alitalia nel periodo dei suoi grossi tagli ai dipendenti, aderì all’Italia dei Valori, candidandosi nel 2009 anche per le elezioni europee nel collegio del Nord-Ovest, ma non fu mai eletta.

L’indagine che ha portato all’accusa di peculato per le due donne ha rilevato che già da due anni – dal 2012 –  utilizzavano i soldi pubblici del loro gruppo d’appartenenza, l’IdV appunto, per pagare taxi, estetista o sontuosi pranzi con mariti e figlie. Ma non finisce qua: nell’elenco delle spese scorrette – più che pazze – finite nel bilancio del gruppo, figurano anche gelati, cibo per animali, penne Montblanc (ne compare una per ogni scandalo politico, ndr), scarpe, profumi, borse, biglietti e gratta&vinci.

Fusco e Piredda, a seguito di tali indagini, partite dalla Procura di Genova nell’autunno del 2012, sono state scoperte ed arrestate: la ex hostess Alitalia era stata inizialmente convocata negli uffici della Finanza di Genova, per poi essere trasferita nella sua casa di Milano dove sconterà i domiciliari. Non differente sorte per la Fusco, che li sta invece scontando a Montecatini, comune in cui l’ha raggiunta prontamente il suo avvocato, il genovese Stefano Savi, e dove è stata disposta la custodia cautelare. D’altronde, questa si è resa necessaria, a detta di chi ha effettuato le indagini, in quanto  “sia per Marylin Fusco che per Piredda si è profilata la possibilità di reiterazione del reato e il pericolo di inquinamento probatorio”.

 

Naturalmente sono subito scattate manifestazioni d’innocenza, soprattutto da parte della Fusco, che si è dichiarata estranea ai fatti già più di una volta: “Non ho nulla da nascondere” continua a ripetere, “Le ricevute sono qua e, come è mio costume, ci metto la faccia senza nascondermi”. La donna tempo fa convocò anche una conferenza stampa per catturare l’attenzione del giudice con queste sue dichiarazioni, ma non fu ascoltata né ritenuta credibile. Con carte alla mano per giunta, Marylin le ha provate tutte, cercando di dimostrare che, negli undici mesi che era stata nell’Idv, aveva presentato ricevute per un totale di 10 mila euro. Una volta percepiti 12 mila per quelle spese, ne aveva poi restituiti duemila al partito, prima di abbandonarlo definitivamente. La Fusco ha inoltre sottolineato che, tra quegli scontrini fiscali incriminati, non comparivano né piatti di aragosta né mutandine di pizzo, ma solo “menù fissi” in modesti ristoranti.