Sondaggi SWG, magistratura: necessaria la separazione dalla politica

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Sondaggi SWG, magistratura: necessaria la separazione dalla politica

Continua il nostro approfondimento sul lungo dossier di SWG su giustizia e magistratura. L’istituto demoscopico propone un lungo sondaggio sul rapporto tra giustizia e magistratura; tra magistrati e politica; sulla fiducia riposta dagli italiani in quello che dovrebbe essere – almeno sulla carta – il gran potere indipendente.

In questo articolo, ci concentriamo sulla possibilità dei magistrati di candidarsi alle elezioni politiche, e la possibilità di tornare a ricoprire – posteriormente – un ruolo all’interno del sistema giudiziario. I risultati vengono mostrati sia sul totale, sia per segmento elettorale.

Sondaggi politici SWG: la candidatura di un magistrato è decisamente inopportuna

Stando ai risultati del sondaggio di SWG, il campione si esprime chiaramente in maniera contraria alla candidatura politica dei magistrati. Appena il 15% del campione, nel complesso, sostiene la possibilità di una candidatura da parte di un esponente della magistratura. Dall’altro lato, il 73% crede che ciò sia poco o per nulla opportuno.

I più critici sono senz’altro i leghisti: per l’elettorato di Salvini, appena il 6% considera la possibilità della candidatura di un magistrato. Percentuale che si alza fino al 20% per i pentastellati, e al 23% nel caso dell’elettorato ‘dem’. Gli indecisi si avvicinano maggiormente alle posizioni leghiste.

Sondaggi politici SWG: i dubbi sulla ripresa delle attività giudiziarie

La domanda successiva è direttamente relazionata a quella anteriore;

Quanto ritiene opportuno che un magistrato, terminato il mandato elettorale, torni a svolgere l’attività giurisdizionale?

In questo caso, le posizioni sono un po’ meno radicalizzate. Tuttavia, il campione continua ad esprimersi in maniera fortemente contraria.

I contatti stabiliti durante la propria attività politica, la supposta ideologizzazione, gli interessi con l’amministrazione e con la res publica e altro ancora. Per queste – e più – ragioni, il 67% afferma che ciò sia poco o per nulla opportuno. Anche in questo caso, sono i leghisti ad essere maggiormente duri con questa pratica. Allo stesso tempo, l’elettorato ‘dem’ si dimostra più blando sul tema in questione.