Sciopero esami settembre 2017: università e docenti coinvolti, la guida

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Sciopero esami settembre 2017: università e docenti coinvolti, la guida

Non si assisteva a una protesta del genere dagli anni Settanta. Per la precisione, non succedeva da 44 anni. Allo sciopero degli esami contro il blocco degli stipendi nel quinquennio 2011-2015 parteciperanno almeno 5.444 professori di 79 diverse università. D’altra parte, “l’adesione potrebbe essere ben più massiccia” ha dichiarato recentemente Carlo Ferraro, insegnante del Politecnico di Torino portavoce del Movimento per la dignità della docenza universitaria che guida la mobilitazione. Il blocco riguarderà solo il primo appello della sessione autunnale; è cominciato il 28 agosto e terminerà il 31 ottobre. Garantite le lezioni e le altre attività. Nelle facoltà in cui si prevede un solo appello dovrebbe esserne previsto uno straordinario 14 giorni dopo quello saltato a causa dello sciopero.

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Alla base delle protesta, lo stop agli scatti dei dipendenti pubblici voluto dal governo Berlusconi tra il 2011 e il 2014. La situazione si è sbloccata per tutte le categorie il primo gennaio 2015. Per tutte tranne che per quella dei docenti universitari. Anzi, su questi ha pesato un ulteriore anno di blocco salariale. Ora, i professori chiedono che gli scatti di stipendio vengano sbloccati dal primo gennaio 2015 come accaduto per gli altri comparti della PA. Inoltre, tra le richieste anche il riconoscimento a fini giuridici del quadriennio 2011-2014 a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal primo gennaio 2015.

Sciopero esami settembre 2017: università e docenti coinvolti, la guida

Giudicando legittime le rivendicazioni, si chiede flessibilità dalle associazioni universitarie. Resta la preoccupazione da parte degli studenti che temono, a ragione, di essere penalizzati. Allo stato dei fatti, sono 264 i professori che partecipano a Pisa; 213 a Bologna; 162 a Bari; 136 a Palermo; 120 a Firenze; 118 a Genova; 96 a Siena; 90 a Catania e Torino; 86 a Salerno. Da precisare che si parla comunque di stime. Chi aderisce alla protesta potrebbe semplicemente non presentarsi all’appello senza comunicarlo in via preventiva.

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