Francia: Sarkozy in stato d’accusa per corruzione

Dopo quindici ore di fermo, l’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy è stato incriminato per concussione, corruzione e violazione del segreto processuale: un’azione che quasi certamente lo porterà ad affrontare un processo. Stessa incriminazione anche per Thierry Herzog, l’avvocato di Sarkozy, e per Gilbert Azibert, un magistrato.

A renderlo noto è stata la procura nazionale per i reati finanziari che sta conducendo un’indagine sull’ex capo di stato, scrivendo che “a seguito del loro fermo, Nicolas Sarkozy, Gilbert Azibert e Thierry Herzog sono stati presentati ai due magistrati istruttori incaricati dell’indagine aperta il 26 febbraio 2014 per le accuse di traffico di influenze e violazione del segreto istruttorio. Conformemente alle richieste della procura, sono stati messi sotto accusa”.

Per ‘traffico di influenze’ si fa riferimento a un reato presente nel codice francese sin dal 1800 e che consiste nella mediazione illecita con lo scopo di compiere atti che vanno in contrasto con il dovere di ufficio di un pubblico ufficiale. Sarkozy era stato posto in stato di fermo ieri mattina ed era stato interrogato dai giudici.

Per la procura, Sarkozy avrebbe provato a ottenere informazioni riservate promettendo in cambio al giudice Azibert un avanzamento di carriera. Herzog avrebbe fatto da tramite.

Nelle intercettazioni telefoniche (Sarkozy disponeva di un cellulare intestato a un prestanome, Paul Bismuth) l’ex presidente e l’avvocato Herzog parlavano di inchieste dimostrando di conoscere molti dettagli. Tra le inchieste di cui discutevano c’erano anche quella sui finanziamenti di Gheddafi alla campagna presidenziale francese del 2007 e quella relativa all’affare Bettencourt, per la quale la posizione di Sarkozy è stata poi archiviata. A passare le informazioni coperte da segreto istruttorio sarebbe stato Azibert, secondo i magistrati, che puntava a ottenere un posto nel principato di Monaco.

Per il 59enne Sarkozy il colpo rischia di essere fatale. L’ex presidente era tornato in corsa non solo per la leadership del suo partito, l’Ump, ma anche per la stessa presidenza, con le elezioni fissate nel 2017. Difficile pensare oggi a un suo ritorno all’Eliseo. E con la crisi che stanno vivendo i socialisti, tutto ciò potrebbe giovare a Marine Le Pen e al suo Front National.