Tagli alla Camera, risparmio per venti milioni l’anno

In tempi di vacche magre, tutti sono chiamati a fare sacrifici. Anche (e soprattutto) Camera e Senato. Stavolta però non si parla dello stipendio di deputati e senatori, ma i tanto disprezzati “costi della politica” riguardano anche tutti i lavoratori dei due rami del Parlamento che non svolgono la funzione legislativa. Ebbene sì, la scure si abbatterà anche su di loro. Per ora Boldrini e Grasso stanno lavorando su una bozza da approvare entro il 21 luglio (quando il Bilancio della Camera arriverà in Aula), ma si inizia già a sentire odore di resistenza da parte di sindacati e lavoratori.

L’intervento dovrebbe essere drastico. Tutto in relazione ai nuovi limiti di tetto salariale apportati dal governo Renzi (massimo 240 mila euro). E se il taglio fosse esercitato, solo a Montecitorio il risparmio sarebbe di circa 20 milioni di euro l’anno. Dalle tabelle pubblicate quest’oggi dalla Presidenza della Camera dei Deputati, si può toccare con la mano la portata di questa possibile “riforma”.

 

Prendiamo qualche esempio: il segretario generale guadagna oggi 406 mila euro, ma con la revisione dei salari ne andrebbe a percepire circa 300 mila (240 mila euro in base al tetto, 60 mila di indennità di funzione). Il suo vice passerebbe da 305 a 270 mila euro, oppure i consiglieri parlamentari al massimo dell’anzianità che da 358 mila euro passerebbero a 240 mila, poi i tecnici, ragionieri e documentaristi vedrebbero il proprio stipendio diminuire da 238 a 156 mila euro e infine i segretari parlamentari da 156 a 115 mila.

La bozza è ancora in fase di modifica. Work in progress, come direbbero oltremanica. Ma per la prossima settimana è prevista l’ultima a riunione tecnica di Camera e Senato per approvare un provvedimento comune ad entrambi i rami del Parlamento. L’ultima data disponibile è il 21 giugno ma sindacati e lavoratori sono già sul piede di guerra. E non sarà facile trovare un accordo.